Dal 9 giugno 2019 ad oggi, data della elezione del Sindaco e dell’attuale amministrazione comunale di Corigliano Rossano, ne è passato di tempo, due anni utili per chiunque avesse voluto impegnarsi per creare i presupposti favorevoli per un progetto di crescita della nuova grande città, amministrata fino ad oggi senza conseguire risultati e, aggiungo, con rilevante incapacità.
Questa amministrazione non si è distinta per voglia di fare, non ha affrontato nessuna seria problematica tra le tante che la città ha, sarebbe il caso che “si rimbocchi le maniche” per uscire dal pantano in cui si trova e si adoperi per “prendere qualche treno” utile alla collettività. Basta con i soli interventi ordinari e rutinari, c’è un apparato amministrativo e dirigenziale che è pagato per questo compito. La politica deve dare indirizzi e progettare lo sviluppo, non deve perdere questa occasione. Purtroppo, il vuoto amministrativo è il segno distintivo dell’attuale governo locale che vive alla giornata, senza obiettivi né strategie, che non è capace di intercettare significativi finanziamenti, che è fuori dai circuiti istituzionali che decidono.
A tenere viva l’attenzione in città sono i pettegolezzi riferiti alle finte liti tra gli amministratori e la dimostrata inidoneità a esercitare il ruolo pubblico. Non un solo problema serio e di interesse generale è stato affrontato e risolto, al blaterare degli amministratori e all’applauso dei loro fans si contrappone l’indignazione dei cittadini i quali si auguravano che il Sindaco e il resto degli amministratori si impegnassero per il rientro del tribunale e degli uffici; per il recupero del territorio di Insiti occupato da privati e della costruzione della cittadella comunale; per la problematica dell’Enel dismessa e dell’utilizzo dell’area; per il potenziamento del porto e per superare le difficoltà in cui vive la pesca un tempo fiorente; per la viabilità urbana, extraurbana e ferroviaria; e inoltre, per la sanità e per le condizioni di abbandono in cui si trovano i due ospedali cittadini; per le difficoltà di produzione e commercializzazione dei prodotti in agricoltura; per il commercio; per un turismo che deve essere ripensato; per una cultura che va rilanciata e per tanti altri settori che meriterebbero attenzione e che potrebbero offrire opportunità per tanti cittadini e tanti giovani.
L’isolamento dorato in cui il Sindaco ha scelto di vivere non giova a lui e non fa bene alla città, i tanti problemi che ci sono restano irrisolti, della progettazione del futuro non si intravede nulla,Non può amministrare solo per l’esercizio del “potere per il potere”, deve avere uno scatto d’orgoglio e con umiltà deve impegnarsi per una discontinuità con l’attuale modo di “regnare” .
Qualsiasi azione umana deve essere sostenuta da un principio morale di responsabilità verso gli altri, altrimenti diventa un’azione di violenza e di sopraffazione, in questo caso, verso tutti i cittadini amministrati. Grazie a Dio la città non si rassegna all’indifferenza di chi l’amministra, è capace di organizzarsi per iniziative concrete e finalizzate ma è anche pronta a collaborare per la rinascita-ripartenza mettendo a disposizione e volontariamente intelligenza e cultura, i segni distintivi storici delle due aree urbane. La città non vuole miracoli, ha bisogno di vedere buona volontà, serietà, amore per la cosa pubblica e trasparenza. Se ne è capace dia una segnale, faccia in modo che i cittadini non abbiano nostalgia dei tempi passati. Magnanimità, temperanza, onestà, sono le virtù morali del buon principe (colui che incarna e governa il popolo) , così affermava Erasmo Da Rottardam nella “Educazione del Principe Cristiano”. Rivolto a Carlo V° appena diventato re di Spagna, il filosofo e moralista olandese scrisse: “se vorrai entrare in gara con altri principi …. li vincerai se sarai meno corrotto di loro, meno avaro, meno arrogante, iracondo, precipitoso”, io aggiungo, “più umile, più determinato, più propositivo, più vicino all’interesse del popolo, più autorevole”.
Ho molti dubbi che ce la possa fare. Questo Sindaco e questa amministrazione ci raccontano un’altra storia, ci offrono il quadro della rassegnazione, della mancanza di partecipazione della società , insomma …. Un vuoto di rappresentanza. Siamo alla frutta.
Il lungo inverno della “pandemia” ci restituisce il vuoto, e questo vuoto non fa che penalizzare la città, i suoi abitanti, il suo territorio, che meritava tutt’altro futuro dopo la fusione che ci ha messo su un piatto d’oro una città di 80 mila abitanti, con potenzialità naturali che bisognava e bisogna sapere sfruttare.
Purtroppo l’attuale Sindaco della terza città della Calabria si è rivelato non capace, ha una macchina “fuori serie”, dalle capacità eccezionali, ma non sa guidarla.A tutto ciò si poteva porre rimedio se il sindaco avesse avuto l’umiltà di chiedere aiuto, di chiedere consigli, di confrontarsi, di circondarsi di persone capaci e con la dovuta esperienza.
Non è stato nemmeno capace di trasmettere nelle istituzioni il concetto che è nata una nuova realtà di dimensioni rispettabili (sia per numero di abitanti e sia per estensione di territorio con capacità produttive che avrebbero dovuto cambiare le sorti della città e dei comuni limitrofi che speravano di avere Corigliano Rossano come punta di diamante per entrare nelle attenzioni di chi governa sia a livello regionale che nazionale).
Purtroppo, resosi conto che l’attuale amministrazione della città di Corigliano Rossano non è stata capace di fare decollare il territorio, ciascuno ha proseguito per la sua strada barcamenandosi nelle difficoltà quotidiane e scontrandosi nelle istituzioni con le diffidenze quotidiane che ancora hanno nei confronti della fascia Jonica e della sibaritide in generale.
In questo contesto, il futuro non fa ben sperare.
Ma all’apparente rassegnazione, sta crescendo l’orgoglio e la dignità dei cittadini , delle associazioni e della cultura, che non accetta lo stato dei fatti ed ha intenzione di affrontare problematiche esistenti e non risolte e portarle all’attenzione dell’opinione pubblica.
In giro ci sono solamente dibattiti nei talk Shoo dove ognuno si esprime per la gioia di farlo, ma che non porta ad iniziative serie né conrete. Ognuno denuncia, racconta, parla, ma chi e quanti di loro hanno seriamente preso iniziative concrete, studiate, poinderate e finalizzate.
Argomenti e temi ce ne sono molti, ma nessuno ha scelto di lottare per uno di questi problemi. Nessuno ha deciso di prendere iniziative, nemmeno quella di stimolare e/o coinvolgere l’amministrazione comunale costringedola a interessarsene.
E’ vero che non esiste una classe dirigente degna di chiamarsi tale, che non ci sono politici capaci di mettere a fuoco un’idea e combattere per essa, nessuno è capace di coinvolgere il popolo che, secondo loro deve solo e soltanto continuare a sentire ed ascoltare i loro proclami, le loro sterili iniiziative visto che all’orizzonte non ci sono risultati che aiutano ad uscire dall’attuale stallo (pantano).
I cittadini, le forze sociali, gli imprenditori dei diversi settori produttivi, le associazioni, i professionisti, si chiedono quale sarà il loro futuro ed il futuro della città in un contesto di territorio che ha grandi potenzialità naturali e vocazionali che purtroppo non vengono sfruttate né prese in considerazione.
Si pensi ad esempio ai centri storici, all’agricoltura, al turismo ed al commercio, alla pesca ed al porto; quale sarà lo sviluppo edilizio ed urbanistico in generale, cosa né sarà dell’area dell’Enel, dell’area di Insiti; come saranno organizzati definitivamente i servizi in modo funzionale.
Tutti argomenti e aspetti che, unitamente a quello demografico (la terza città della Calabria), se ben utilizzati, dovrebbero essere il “biglietto di presentazione” di una città e di un’area che merita attenzione e rispetto dalla politica e conseguentemente dalle istituzioni, che, a causa della scarsa autorevolezza di chi ci rappresenta, viene spesso ignorata, trascurata e poco considerata.
Tutto ciò lo si deduce dalla constatazione che i servizi continuano ad essere sottratti alla quantità e alla qualità.
Essendo la città Corigliano Rossano di nuova istituzione, sarebbe stato opportuna una gestione ed un governo aperto alla risorse esistenti sul territorio. Si sperava in una apertura…ma…se il metodo è quello adottato per la redazione dello Statuto…Invece il metodo seguito ha dimostrato .. rabbia e risentimento, pensando di sostituire la riflessione ed il ragionamento con l’istinto e la propaganda con un fare populista che non è adatto a questo momento storico che invece ha bisogno di apertura culturale, a prescindere dalle posizioni politiche e di partenza.
Chiedere la collaborazione alla società e alle associazioni per progettare la nuova città, questa sarebbe stata una rivoluzione culturale e di metodo, invece … il cinismo politico ha fatto posto alla spregiudicatezza con la quale il governo cittadino si è mosso e si sta (continua) a muoversi.
Invece, aprire alla collaborazione forse per il … sindaco significava allargare (diluire) il suo potere che invece vuole conservare a qualsiasi costo.
E’ giusto e doveroso intervenire per assicurare l’ordinarietà, per gestire l’esistente e prevenire l’ulteriore aggravarsi di situazioni carenti e croniche, ma è altresì doveroso pensare al futuro e adoperarsi per progettare il Futuro.
Quali le iniziative politiche perché la nuova città Corigliano Rossano venga apprezzata, considerata e rispettata per il peso che può rappresentare con scelte intelligenti che purtroppo nessuno nota e nessuno sa che ad oggi esistano (perché non ce ne sono). Di chi la responsabilità di tale stato di fatto ?
I cittadini della città di Corigliano Rossano hanno diritto di sapere, la fusione ne ha fatto una entità demografica di rilievo alla quale deve essere attribuita importanza istituzionale e politica, riservandole la giusta e dovuta priorità in sede di scelte e di strategie di finanziamento per lo sviluppo dei territori, ma chi la rappresenta deve avere l’autorevolezza di saperla rappresentare e di essere puntuale nelle richieste e nella presentazione del progetto che intende portare avanti nell’interesse dei propri amministrati.
La sfida del “futuro” il nostro governatore locale (il sindaco) non l’ha ancora affrontata perché a mio modesto parere tutto è cristallizzato sul presente, c’è silenzio su ciò che ne sarà della città, un silenzio che non è riservatezza ma mancanza di coraggio e, mi vado convincendo, mancanza di capacità.
Si interroghi sul presente e metta le ali al futuro, si sforzi di coniugare identità e mediazione, autonomia e confronto, determinazione ed umiltà.
Essere consapevoli che le cose non cambiano e vanno addirittura peggiorando toglie la speranza della sorpresa che un meccanismo virtuoso possa innescarsi. E’ una sensazione terribile di cui ne conosciamo la ragione.
Oggi più che mai la città ha bisogno di una guida, di un segnale che rassicuri i cuori di quanti credono in un futuro diverso. Non vuole miracoli, ma buona volontà e trasparenza,
Dia una segnale di speranza e di cambiamento che interrompa la rassegnazione alla quale il popolo di Corigliano Rossano si è assuefatto, restituisca la fiducia ai cittadini e li tolga dalla malinconia e dalla nostalgia di un passato sicuramente glorioso ma con un futuro interessante nel quale credere e immaginare la propria vita.
Magnanimità, temperanza, onestà, sono le virtù morali del buon principe (colui che incarna e governa il popolo) , così affermava Erasmo Da Rotterdam nella “Educazione del Principe Cristiano”. Rivolto a Carlo V° appena diventato re di Spagna, il filosofo e moralista olandese scrisse: “se vorrai entrare in gara con altri principi …. li vincerai se sarai meno corrotto di loro, meno avaro, meno arrogante, iracondo, precipitoso”, io aggiungo, “più umile, più determinato, più propositivo e più vicino all’interesse del popolo”.
La storia assegna un compito a ciascuno di noi e tale compito va onorato, nel migliore dei modi possibili, specialmente se il compito da fare è stato chiesto.
Spero e mi auguro che questo mio punto di vista venga recepito, alla mia età ci si può permettere di esprimerlo dando anche qualche indicazione e qualche consiglio, facendo anche presente che il calendario segna inesorabilmente il tempo che passa ed il conto di ciò che si fa o si è fatto bisogna comunque presentarlo.
Appunti:
Nessuna voce fuori dal coro. Non si è capaci di disegnare il futuro.
L’elezione del sindaco Stasi ha rappresentato la volontà popolare di una svolta attesa da tempo, una svolta storica rispetto al recente passato.
Purtroppo il passato prosegue nei modi di fare di questa amministrazione che non ha dimostrato nulla di nuovo, che non ha iniziato una svolta perché al di là della voce all’esterno intimamente e forse inconsapevolmente obbediscono alla voce interiore degli stessi (consiglieri) protagonisti che ora vogliono essere protagonisti.
Il dibattito interno non esiste, ma nemmeno quello con l’esterno. Tutto è letargo, tutti tacciono, tutti sotto l’ombrello a dire s’ alla voce del “padrone”.
I consiglieri esistono sul piano dei numeri, non sotto l’aspetto del dialogo e nel confronto. Prevale il silenzio delle opinioni (se ce le hanno) non vorrei pensare che è per la paura di perdere il seggio (la poltrona) di consigliere. Alcune volte il silenzio aiuta a riflettere per prendere decisioni e organizzarsi per dire la propria opinione. Sarà così ???
All’esterno sembra che i consiglieri vanno d’amore e d’accordo e si sforzano di dimostrarlo osannando il capo o difendendolo ad ogni soffio di vento contrario, purtroppo . . . . . . Questa città non ha bisogno soltanto dell’ordinarietà, ma di salti di qualità.
Mi chiedo: ma sono capaci di immaginare e disegnare un futuro? A quando un po’ di vento di novità
Enrico Iemboli, (ex amministratore e già componente Comitato 100 Associazioni.)
Comunicato Stampa