CORIGLIANO ROSSANO. Applicare l’intelligenza naturale e le nuove tecnologie alle produzioni tradizionali significa stimolare nelle generazioni future di agricoltori ed artigiani della terra, percorsi imprenditoriali capaci di sfruttare al minimo le risorse come l’acqua ed il suolo e creare opportunità di sviluppo-ecosostenibile per i territori. Con l’inaugurazione della serra idroponica all’interno dell’Azienda agricola dell’Istituto Agrario, ultimissima novità introdotta a beneficio di quella comunità educante e del territorio, per l’Istituto d’Istruzione Superiore Majorana si rafforza il percorso verso il Km0, il biologico, la tutela della sovranità alimentare e l’economia circolare.
È quanto dichiara il dirigente scolastico Saverio Madera informando che obiettivi e prospettive di questo nuovo importante progetto saranno illustrate sabato 15 in occasione
del taglio del nastro della struttura inserita nel parco di 18 ettari dell’esperienza scolastica, tra le prime in Calabria.
Ospitato nell’Auditorium della sede centrale di contrada Frasso, allo scalo di Rossano, coordinati dal comunicatore e lobbista Lenin Montesanto, dopo gli indirizzi di saluto del Dirigente e del direttore dell’azienda agricola dell’Istituto Tecnico Francesco Filippelli, al dibattito in programma per le ore 9,30, interverranno l’Arcivescovo di Rossano-Cariati Monsignor Maurizio Aloise, l’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo, il senatore Ernesto Rapani, la presidente della Provincia di Cosenza Rosaria Succurro, l’assessore comunale all’istruzione Alessia Alboresi, il consigliere regionale Pasqualina Straface, l’agronomo Francesco Cufari, il dirigente generale del dipartimento agricoltura della Regione Calabria, Giacomo Giovinazzo, il responsabile di Mari Serre Francesco Mari ed il presidente della Coldiretti Rossano Antonino Fonsi. Guidati dal docente Pietro Bloise gli studenti dell’Alberghiero presenteranno una degustazione di prodotti identitari.
Cos’è una serra idroponica? È sicuramente la tecnologia che meglio risponde all’esigenza di garantire un’agricoltura di precisione che produca molto di più consumando molto meno.
La struttura è quella di una serra classica, ma senza terra e con supporti artificiali dove le radici affondano nell’acqua, arricchita da nutrienti le cui condizioni scoraggiano parassiti e patogeni. La produzione è continua su più mesi. L’acqua viene riutilizzata a circuito chiuso: il consumo complessivo del prezioso liquido è pari al 10% di quello che servirebbe nelle stesse superfici in campo aperto.
Comunicato stampa