A poche ore dall’ennesimo evento delittuoso avvenuto nella tarda serata di ieri nel borgo marinaro di Schiavonea, gli investigatori lavorano a tutto campo al fine di individuare movente, mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio di Pasquale Aquino, il 58enne trivellato a colpi di pistola calibro 9 di cui quattro si sono conficcati in varie parti del corpo. Legato fino a qualche tempo fa al mondo dello spaccio e coinvolto nell’ambito dell’operazione Harem da cui ne uscì assolto, pare che l’uomo in questo ultimo periodo fosse estraneo ad ogni giro. E ciò rende complessa l’attività d’indagine per il momento in mano ai giudici della Procura di Castrovillari, uno dei cui magistrati nella tarda serata di ieri si è recato sul posto. Della vicenda è stata fornita puntuale comunicazione alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ma resta da capire se l’omicidio sia riconducibile ad atti di natura mafiosa.
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In tal caso la competenza sarà assunta dall’antimafia. Il cadavere è stato rimosso e trasferito nel locale obitorio, in attesa dell’esame autoptico. Dai primi rilievi esterni effettuati dal medico legale, sarebbero quattro i colpi che hanno raggiunto il corpo di Aquino che avrebbe tentato di sottrarsi alla pioggia di piombo ma inutilmente. L’uomo è morto sul colpo. La zona di Via Mediterraneo è rimasta transennata, in particolare l’area dove è tuttora parcheggiata l’auto della vittima, una Bmw 320. Ieri, sul posto, anche gli uomini del Ris (reparto investigazioni scientifiche) che hanno analizzato tutti i reperti rinvenuti nei pressi del luogo del delitto, almeno nove proiettili trovati sparsi in più postazioni. La quantità dei colpi esplosi è la conferma che Aquino doveva essere fatto fuori, senza margini di sopravvivenza. Sul fronte delle indagini, sono stati sentiti i familiari, parenti, amici, e quanti possano aver visto qualcosa. Massimo il riserbo circa i contenuti. Acquisite anche le immagini di videosorveglianza disposte in alcuni punti, in queste ore al vaglio degli inquirenti.