Corigliano Rossano – Dott.ssa Maria Grazia Sapia: Siamo in piena emergenza, il Coronarovirus si moltiplica vertiginosamente anche nel nostro territorio. Il Pediatra di famiglia è in prima linea per la diagnosi e la prevenzione, seguendo pedissequamente le direttive del Governo e della categoria. Rispondiamo a centinaia di telefonate, a qualsiasi ora, di genitori preoccupati ai quali non lesiniamo nessun suggerimento è chiarimento. I nostri ambulatori restano aperti seguendo le regole dell’appuntamento solo per le urgenze, ma comunque lavoriamo a contatto dell’utenza. Sappiamo che la sintomatologia nei bambini è più blanda e una tosse con febbre, che potrebbe essere un banale raffreddore, può celare una infezione da Coronavirus. Pertanto, nonostante le raccomandazioni e le rassicurazioni telefoniche, non possiamo assumerci la responsabilità di negare una visita, anche perché ormai la domanda di eventuali contatti con soggetti a rischio lascia il tempo che trova perché siamo già in una fase avanzata epidemica. Come Pediatra, sento il dovere morale e professionale di non tirarmi indietro e di continuare ad offrire il mio supporto a chiunque me lo chieda, ma devo denunciare il senso di abbandono totale da parte delle istituzioni: sono costretta a elemosinare mascherine, guanti, camici monouso e disinfettanti, presidi indispensabili per tutelare sia la mia salute che quella dei bambini, perché il Sistema Sanitario non riesce a fornirne. Rischio il collasso assistenziale, perché terminate le irrisorie scorte a mia disposizione, sono costretta a sospendere il servizio. Non solo, sono costretta a denunciare ufficialmente tale situazione per evitare conseguenze legali per omissione di soccorso in quanto l’ambulatorio del Pediatra è un presidio del Servizio Sanitario Nazionale. Mi rendo conto delle enorme difficoltà che l’Asp sta affrontando, che si sommano alle enormi carenze ormai cronicizzate nel nostro sistema che fa acqua da tutte le parti, ma ci sono delle priorità imprescindibili come la salute dei piccoli che sono più indifesi. Auspico anche un intervento incisivo da parte di tutta la categoria.