A presiedere i lavori, il presidente del Consiglio Marinella Grillo. Tanti gli spunti emersi, a partire dall’emergenza Covid. Gli elementi unificanti, tuttavia, ruotano attorno alla necessità di procedere ad un unico distretto sanitario, alla rivendicazione di un’azienda ospedaliera o sanitaria nella Sibaritide e, soprattutto, a un potenziamento dello spoke di Corigliano-Rossano.
Uno dei punti sostanziali è la richiesta di mirare all’ottenimento di un ospedale di eccellenza HUB in riva allo jonio. Dei primi passi sono stati compiuti, è stato sottolineato, con l’istituzione del Laboratorio di Microbiologia che proprio ieri ha processato i primi 200 tamponi. In Assise è emersa anche un’altra esigenza che è quella di rafforzare il personale USCA (unità speciali di continuità assistenziale) attualmente con soli tre infermieri e senza mezzi. Per quanto riguarda il Polo Covid e tutti i reparti ordinari presenti nello spoke, gli stessi dovranno essere messi in sicurezza. Il sindaco Flavio Stasi ha ammesso che non tutti gli impegni sono stati rispettati, «molti lavori non sono stati fatti», e questo determina promiscuità. Da alcuni settori della minoranza sono state sottolineate le condizioni di vulnerabilità delle condizioni di lavori a cui è sottoposto il personale sanitario operante, esposto a seri rischi. Il primo cittadino ha preso atto della denuncia e si farà carico di approfondire a partire dalla giornata di oggi.
Il polo Covid ha, comunque, svolto un ruolo importante nel contesto provinciale e ha agito di supporto all’implosione dell’Annunziata di Cosenza. Di questo, il sindaco Stasi, si dice orgoglioso, ma ha posto un freno al commissario dell’Asp Cinzia Bettelini che vorrebbe posizionare 30 posti letto Covid a Rossano ma attingendo dal personale dei reparti ordinari. Il capitolo del personale è di fondamentale importanza ai fini del prosieguo delle attività. Il problema è che l’Asp non è dotato del piano del fabbisogno del personale ragion per cui non può assumere medici a tempo indeterminato, ciò non rende appetibile la proposta contrattuale ai camici bianchi molti dei quali ambiscono legittimamente a maggiori garanzie. Risultato? Lasciano la provincia di Cosenza per altre Asp calabresi o di altre regioni. Infine la disparità territoriale dei trasferimenti tra le regioni del Nord e del Sud, che unitamente alla criminalità e la corruzione determinano il fallimento del sistema sanitario in Calabria e la chiusura di molti ospedali. (fonte lacnews24.it)