Corigliano-Rossano – La parte offesa ritratta tutto, disposta l’archiviazione nei confronti del presunto branco. Così ha deciso il Gip presso il Tribunale di Castrovillari, che ha archiviato il procedimento a carico di cinque soggetti (quattro coriglianesi e un rossanese) finiti in manette nell’estate del 2019 con le accuse di estorsione, violenza sessuale e sevizie di gruppo. Già in sede di discussione delle istanze di riesame, il Tdl di Catanzaro aveva annullato le 5 ordinanze di custodia cautelare (decisione poi confermata anche dalla Corte di Cassazione). Il provvedimento del Gip, emesso lo scorso 15 marzo, dispone l’archiviazione e la restituzione degli atti al Pubblico Ministero, essendosi nel frattempo registrata «l’evidente contraddizione – scrive il Gip – nella quale è intercorsa la persona offesa, la quale ha radicalmente cambiato versione dei fatti, affermando da ultimo di aver inventato ogni accusa nei confronti degli imputati, in quanto spinta dal marito e da un avvocato». A supporto anche le dichiarazioni rese dal medico della donna (che riferiva di una patologia quale causa delle lesioni) nonché gli esiti dei tabulati telefonici, che sconfessavano le sue accuse originarie.
Nell’agosto 2019 la donna, di nazionalità albanese, aveva denunciato di essere stata vittima di violenze sessuali di gruppo e di condotte estorsive sotto la minaccia di diffondere dei filmati hard, riferendo, in particolare, di aver avuto una relazione sentimentale con uno degli imputati che l’avrebbe costretta ad avere rapporti sessuali con più uomini e a prostituirsi. Mentre in una prima fase le dichiarazioni della donna erano apparse lineari e congruenti, superando il vaglio delle indagini e sfociando nelle cinque misure cautelari, sentita successivamente dal Pubblico Ministero e in sede di incidente probatorio, dalle sue parole emergevano divergenze. La Procura riteneva tuttavia necessario un approfondimento dibattimentale ma, nell’agosto 2021, la donna ha ritrattato tutto, accusando lo stesso marito di averla indotta a denunciare i cinque imputati e smentendo anche la relazione con uno di loro. Nella ritrattazione la donna ha inoltre affermato che i cinque erano stati individuati dal marito e da un avvocato. Da qui la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero, ritenendo la donna «né credibile, né attendibile». Richiesta accolta dal Gip, che ha disposto l’archiviazione del procedimento per tutti e cinque i soggetti, difesi dagli avvocati Giacinto D’Urso, Vincenzo Reda, Francesco Cornicello, Giovanni Antonio Scatozza, Pasquale Madeo, Ivan Iurlo.