Dalla semplificazione delle procedure di re-immissione all’istituzione di una rete di ambulatori sanitari, anche in forma itinerante, dove attuare le sterilizzazioni gratuite finanche ai cani padronali, dalla destinazione delle risorse a convenzioni con i veterinari privati all’efficientamento delle unità di cattura attraverso l’inserimento di figure professionali, dalla regolamentazione dell’affido fiduciario contestuale alla istituzione di un tavolo tematico che veda la partecipazione di una delegazione dei Sindaci e delle associazioni, sono questi alcuni degli strumenti su cui si deve concentrare la lotta al randagismo che non può essere combattuta dai Sindaci senza “armi”.
Proposte che sono state elaborate prendendo spunto anche dall’esperienza e dalle istanze presentate dal mondo del volontariato nel corso degli anni.
Attivare un confronto fra le istituzioni chiamate a condividere e ad intervenire, ciascuno a diverso titolo, per addivenire al contenimento del fenomeno diviene fondamentale per superare questo immobilismo drammatico. Risulta indispensabile avviare una disamina costruttiva, basata sul confronto dei vari aspetti, nonché sulla reale portata che questo fenomeno assume nelle varie aree territoriali della Regione. Integrazioni e/o correttivi alla disciplina vigente, infatti, non possono prescindere da una verifica approfondita di quelle che sono le difficoltà operative più ricorrenti, affrontate dalle amministrazioni locali nella quotidiana lotta al problema.
In particolare, non è più procrastinabile una riforma della normativa vigente ed il potenziamento dei Canili Sanitari, che sono sottodimensionati rispetto alle esigenze del territorio e carenti di risorse strumentali e umane.
La missiva si conclude con la richiesta di un incontro urgente che veda la partecipazione di una rappresentanza A. N. C. I. Calabria e delle associazioni a difesa degli animali (Comunicato stampa).