I lavoratori dell’impianto pubblico di Bucita, per lo più monoreddito e con famiglie a carico, sono tornati a protestare. Lo hanno fatto questa mattina, con atteggiamento pacifico ma determinato, posizionandosi davanti alla sede dell’impianto pubblico per il trattamento dei rifiuti. La ragione è da attribuire all’ulteriore proroga della cassa integrazione a rotazione destinata ai 18 lavoratori dipendenti della società di gestione (Ekrò di Crotone) i quali hanno subito una riduzione dello stipendio con gravi ricadute sui contributi previdenziali, sul Tfr, sulle ferie, sulla tredicesima e sulla quattordicesima. L’ammortizzatore sociale è partito a febbraio ed ora è stato procrastinato al 27 agosto. Le maestranze non si danno pace circa le ragioni per cui i rifiuti si debbano conferire in altre realtà della Calabria (come in questa fase a Catanzaro- provvedimento provvisorio) quando a Corigliano-Rossano esiste un impianto pubblico che può lavorare circa 130 tonnellate al giorno. Attualmente c’è stato un notevole abbattimento delle attività: a regime si arriva a circa 60 tonnellate. La drastica riduzione determina minori incassi per l’azienda che vanta crediti dall’Ato (ambito territoriale ottimale) il cui organismo si rivale sui comuni alcuni dei quali insolventi. Ma il problema è anche di tipo amministrativo.
A fare “cassa”, con non pochi problemi per l’Ato, è il Comune capofila di Cosenza che, come è noto, è in dissesto finanziario. Il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi nelle ultime ore ha confermato la «disponibilità da parte del Comune jonico a diventare “Centro di Costo” dell’ATO, ruolo che la legge attribuisce ai comuni capoluogo, gestendo quindi direttamente i pagamenti per i gestori dell’impianto. Tale soluzione, afferma il primo cittadino, dovrebbe essere approvata in Assemblea dell’Ambito di Cosenza nella prossima settimana». L’amministratore, dopo aver sentito il commissario dell’Autorità Regionale Rifiuti ed Acqua, ha optato provvisoriamente per il «conferimento dei rifiuti presso gli impianti di Catanzaro, consentendo di iniziare a ripulire la città, anche se serviranno giorni di raccolta straordinaria. Anche questa soluzione ovviamente, come le numerose ordinanze sindacali emanate nell’ultimo anno per superare le situazioni più critiche, è temporanea, mentre servono soluzioni strutturali soprattutto sotto il profilo degli impianti di trattamento e smaltimento, senza le quali continueremo ad attraversare emergenze periodiche e continueranno ad aumentare i costi». Intanto, proprio in questo mese scade la convenzione con l’azienda Ekrò. Non è chiaro se l’Autorità regionale procederà con un ulteriore proroga oppure se avvierà le procedure di gara per l’affidamento di una gara ponte. A patire maggiormente i disagi amministrativi sono proprio i lavoratori: «Chiediamo l’immediata revoca della cassa integrazione», riferisce il delegato Uil Antonio Brogneri, che denuncia le condizioni di disperazione cui sono sottoposte le maestranze in questo periodo drammatico in cui tutto è aumentato, a partire dai beni primari. «Oggi abbiamo voluto iniziare in modo pacifico, ma se la vertenza non si sbloccherà saliremo sul tetto dell’impianto fino a quando non arriveranno le risposte».