Niente lezioni nel primo giorno di scuola alla primaria di Piragineti, i genitori contestano l’accorpamento di una classe. Dirigente e Assessore si rivolgono ai vertici ma, al momento, nessuna risposta
I genitori contestano la volontà di procedere alla formazione di pluriclassi, nel caso di specie uno degli alunni presenta delle disabilità, in una situazione di complessiva preoccupazione derivante dal rischio di contagio del coronavirus. Classi popolose, dunque, sono decisamente da sconsigliare. Tuttavia, oggi, la scuola ragiona con i numeri e se non si raggiunge la quota minima di iscrizioni per classi o si accorpa o si sopprime. L’accorpamento delle classi, numeri alla mano, è dunque legittimo e rientra nei criteri di contabilità scolastica, ciò che viene contestato è la mancanza di comunicazione tempestiva (della decisione di comporre delle pluriclassi) e la decisione improvvida di formare classi cospicue in tempo di covid.
Le ragioni storiche e la fuga di iscrizioni presso altri plessi
Il problema, andando a ritroso nel tempo, nasce dal fatto che molte famiglie hanno deciso di lasciare la scuola di Piragineti (scuola periferica) per due ordini di motivi: il primo è di opportunità, ci sono alcuni genitori che lavorano nel centro urbano e preferiscono coniugare le due esigenze; il secondo è legato ai disservizi (riscaldamento e aule fatiscenti) che talvolta si registrano all’interno dell’istituto e alla mancanza di progetti formativi (PON) che invece vengono svolti in altri plessi e non già a Piragineti. Ciò avrebbe determinato un abbattimento dei numeri di iscrizioni e da qui l’esigenza di accorpare. Tra i genitori c’è chi ritiene che vi sia più complessivamente un atteggiamento preclusivo nei confronti della scuola di Piragineti, ritenuta periferica e quindi non adeguatamente attenzionata come accade per altre scuole.