“Apprendiamo con favore che l’Amministrazione comunale ha deciso, finalmente, di impegnarsi nella realizzazione di un sistema di videosorveglianza, soprattutto sul territorio di Corigliano e per ciò che concerne le zone del Centro storico e di Schiavonea, quali strumenti a tutela della sicurezza e della legalità in ogni campo, a supporto dell’azione incessantemente profusa dalle Forze dell’ordine e mirata anche a debellare il deplorevole fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Detto ciò, riteniamo doveroso formulare all’indirizzo della stessa Amministrazione comunale alcuni quesiti”.
Esordisce così, in una nota, l’ex sindaco di Corigliano Calabro, Pasqualina Straface, rappresentante del Movimento del Territorio, in merito all’iniziativa annunciata dall’esecutivo Stasi.
“Per amore della verità, tuttavia, è opportuno fare delle precisazioni. Sull’importanza del sistema di videosorveglianza l’Amministrazione guidata dalla scrivente, pur nel brevissimo periodo di governo della città, si era adoperata non poco, riuscendo a reperire appositi fondi statali afferenti il Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo – Obiettivo convergenza QSN 2007-2013 asse I”. Il Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nel 2009 aveva provveduto ad espletare gara a procedura ristretta accelerata ai sensi degli artt. 54-55 n. 2 e 70.11 del Decreto legislativo 163/2006 e successive modifiche ed integrazioni per la “fornitura installazione e messa in funzione di Sistemi Integrati di Videosorveglianza Territoriale nella regione Calabria”. In tale ottica, con nota prot. n. 170 del 5 maggio 2010, a firma dell’allora responsabile del Settore Tecnico-Manutentivo dell’Ente, ingegnere Gilberto Capano, alla luce di apposita richiesta avanzata da una società in data 26 aprile dello stesso anno, aggiudicataria di quanto esposto prima, si autorizzava la medesima ad eseguire i lavori di esecuzione scavi di suolo pubblico, installazione apparecchiature su supporti-pali nuovi ed esistenti, installazione vano di misurazione energia elettrica; lavori da eseguire con la massima celerità e per come indicati negli stralci planimetrici corredati, da ritenersi parte integrante e sostanziale della predetta autorizzazione, individuando numerosi punti nevralgici del territorio comunale, da Corigliano Centro allo Scalo, da Schiavonea a Cantinella, da Apollinara a Fabrizio a San Nico, e via discorrendo. Una serie di riferimenti che mettiamo a disposizione dell’attuale Amministrazione comunale, alla quale chiediamo, attraverso la consultazione dei preposti uffici dell’ente, di fare chiarezza sul punto: che fine hanno fatto i finanziamenti all’uopo stanziati? che cosa ne è stato di quell’impegno e dei lavori autorizzati? Sono domande alle quali occorre dare delle risposte, poiché l’Amministrazione Straface si era molto prodigata per reperire tali risorse e “coprire” larghi strati del territorio di Corigliano di questi importanti strumenti di sicurezza, quali appunto le telecamere di videosorveglianza, a tutela della serenità della comunità”.
comunicato stampa