Corigliano Rossano, truffatori senza scrupoli: sfruttano le tragedie per colpire

Le truffe telefoniche, che spesso si trasformano in tentativi di estorsione a domicilio, sono ormai all’ordine del giorno. L’ultimo caso segnalato riguarda una signora che ha vissuto momenti di forte tensione e paura, ma è riuscita ad evitare di cadere nella trappola grazie a un attimo di lucidità. La telefonata sospetta Nella mattina successiva al tragico incidente stradale avvenuto sulla Statale 106, in cui ha perso la vita una donna di 51 anni, la signora – ancora turbata dalla notizia diffusa dai media – ha ricevuto una chiamata da un uomo che si è presentato come maresciallo dei Carabinieri. L’interlocutore si è accertato che la vittima fosse da sola in casa, dimostrando di conoscere dettagli della sua vita personale: nomi dei figli, età, professioni e persino informazioni sul marito. Un bagaglio di dati che, con tutta probabilità, era stato raccolto nei giorni precedenti con tecniche di social engineering. L’inganno: “Sua figlia ha investito due persone” Dopo essersi guadagnato la fiducia della signora, il presunto maresciallo ha raccontato che la figlia, mentre era alla guida, aveva investito gravemente una madre con una bambina lungo la Statale 106 e che, per questo motivo, rischiava l’arresto. In evidente stato di agitazione, la donna ha chiesto immediatamente di poter parlare con la figlia o di recarsi in caserma. Tuttavia, il falso carabiniere l’ha trattenuta al telefono, assicurandole che esisteva una “scappatoia” per evitare il carcere alla ragazza. “A breve la contatterà un avvocato nominato da sua figlia”, le ha detto, chiedendole anche il numero di cellulare su cui l’avvocato l’avrebbe richiamata.
Il doppio inganno: la richiesta di denaro Nel giro di pochi minuti, la signora si è trovata coinvolta in una situazione paradossale: da un lato, il falso carabiniere continuava a tenerla impegnata sulla linea fissa, impedendole di chiamare la figlia; dall’altro, il presunto avvocato la contattava sul cellulare. Quest’ultimo le ha prospettato una soluzione economica: pagando una somma di denaro, la denuncia sarebbe stata ritirata e la figlia non sarebbe finita in prigione. “È un caso delicato, ma possiamo risolverlo evitando il carcere”, le avrebbe detto il truffatore. Il colpo di lucidità e la verità Sopraffatta dall’ansia e dallo shock, la signora ha inizialmente creduto alla storia. Tuttavia, un dettaglio ha risvegliato la sua diffidenza: perché la figlia avrebbe scelto un avvocato sconosciuto invece di affidarsi al legale di famiglia? In preda ai dubbi, ha deciso di interrompere la conversazione con il presunto avvocato e di chiamare direttamente la figlia. Non appena ha ottenuto risposta e ha sentito che tutto era a posto, ha capito di essere stata vittima di un raggiro. A quel punto, anche il falso maresciallo ha capito di essere stato smascherato e ha interrotto la telefonata. La segnalazione ai Carabinieri Dopo aver realizzato il tentativo di truffa, la signora si è recata presso il Comando dei Carabinieri dell’area urbana di Corigliano, dove ha segnalato l’accaduto. Il fatto è stato registrato come segnalazione e non come denuncia formale. Questo episodio conferma come queste truffe telefoniche siano ormai quotidiane e sempre più sofisticate, facendo leva sulla paura e sulla vulnerabilità emotiva delle vittime. L’invito delle forze dell’ordine è quello di prestare la massima attenzione e di non fornire mai informazioni personali o denaro al telefono, verificando sempre la veridicità di quanto riferito dagli interlocutori sospetti.

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