Ripiomba come un macigno il dramma dei tumori lungo la fascia jonica cosentina. L’Asp di Cosenza ha da tempo istituito un registro dei tumori ma i dati non vengono resi noti, si legge sul sito istituzionale, per ragioni di privacy. Nel frattempo si continua a morire, lasciano la vita terrena ragazzi di 28 e 40 anni, e molti ultracinquantenni. La soglia della mortalità si abbassa inesorabilmente e le famiglie colpite vengono lasciate nella più assoluta solitudine. Non ci sono punti di riferimento istituzionali a cui rivolgersi, ancor peggio per le famiglie meno abbienti che non sanno a quale Santo appellarsi. A questo si aggiunga la problematica degli esami diagnostici e delle lunghe liste di attesa. Anche di fronte alla sospetta neoplasia c’è da attendere sia nel pubblico e ora, da qualche tempo, anche nel privato. Eccezion fatta, come da pratica solita, per chi ha conoscenze e amicizie nelle strutture, in questi casi i tempi si riducono. L’irresponsabilità di chi si occupa della governance è che per i tumori, come è a tutti noto, il fattore “tempo” è determinante. Nella fascia jonica i più diffusi sono: polmone, leucemie, pancreas, seno.
L’ambulatorio di Oncologia ha perso l’ematologia
L’Associazione “V.Filippelli”: “I dati sono sempre stati alti»
Il segretario dell’Associazione “V. Filippelli” Ranieri Filippelli, struttura a cui molte famiglie in difficoltà si rivolgono, sottolinea come nella Sibaritide il trend della mortalità «sia sempre stato alto sia per le neoplasie in età infantile, ancora peggio per le fasce più adulte». Secondo Filippelli per un primo step serio utile a monitorare costantemente le statistiche occorre richiedere il «coinvolgimento delle ASP e dell’Inps (eroga indennità di accompagnamento e invalidità ai pazienti tumorali) e rilevare i dati prima che avvenga il decesso, in quanto è pratica costante utilizzare come causa di morte la formula dell’arresto cardiaco senza motivare l’origine