CORIGLIANO. Tir in fiamme. Danni pari a circa 800mila euro. In fiamme almeno tre bisonti e altrettanti rimorchi localizzati in contrada Chiubbica, una zona rurale dove insiste un noto albergo. Il rogo è scoppiato intorno alle 5 del mattina e appare quasi certa la matrice dolosa. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Corigliano e i vigili del fuoco del distaccamento di Rossano. Il tutto è avvenuto sotto una fitta pioggia che, in parte, ha agevolato le operazioni di spegnimento. I mezzi sono di proprietà della Ditta le cui iniziali sono L.S. che opera nel settore dell’autotrasporto. Da quel che trapela pare che i tir siano coperti da polizza assicurativa, il che fa ben sperare in un nutrito risarcimento del danno. Si tratta ora di capire in quale direzione vanno le indagini. Un fatto di cronaca di dimensioni e portata del genere non si verificava da tempo, anche se dei segnali, soprattutto nella zona del cassanese e di Sibari si sono riscontrati negli ultimi mesi. Atto intimidatorio o altro? Saranno i magistrati della procura di Castrovillari a dover trovare le risposte. Ciò che emerge con grande evidenza è una sorta di ricomposizione del crimine organizzato dopo le operazioni antimafia portate a termine dalla direzione distrettuale. Quelli che si ritengono i “big” del crimine attualmente sono in larga parte dietro le sbarre. Anche se c’è chi dice che anche dalle celle si riesca ad avere ruoli di primo piano. Si tratta tuttavia di neutralizzare la nuova mappa organizzativa, i nuovi assetti, le nuove strategie. Diventa quindi anche difficile per gli inquirenti riuscire a intercettare i nuovi “padrini” del territorio. Quel che è certo è che si avverta una sorta di vulnerabilità nel tessuto sociale. Quasi come se la Sibaritide fosse una terra di conquista per il “malaffare”. Da tutto questo ragionamento tuttavia esce fuori solo incertezza. Non ci sono più i “guappi” di un tempo, ma circola gente che sa il fatto suo e si pone con fare distinto.