Provo allora a fornire qualche chiarimento, con una premessa importante: sono giorni in cui le istituzioni stesse, che devono prendere quotidianamente decisioni, ricevono disposizioni in continuo e progressivo aggiornamento.
Così è stato per l’ipotesi di chiudere le scuole, per esempio, proposta dal nostro Presidente di Regione in un momento di grande apprensione sull’intero territorio nazionale per una accelerazione nella diffusione del virus, ma poi in qualche modo sconsigliata dal ministero, che ha deciso di emanare disposizioni omogenee su tutto il territorio nazionale.
Proprio per questo, insieme a molti altri sindaci del territorio, abbiamo deciso di sospendere le manifestazioni del Carnevale:per pura cautela, in attesa delle nuove disposizioni annunciate dal Governo, che potevano essere dalla chiusura totale delle scuole in tutti i territori, paventata per qualche ora, a delle semplici misure precauzionali per le aree al momento indenni al contagio, come poi è stato. Ieri sera, oltre al nuovo DPCM (Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri) è giunta anche una nota ANCI che chiarisce ulteriormente la situazione e per oggi attendiamo (spero) la misura definitiva che sancisce tre livelli di attenzione differenti. Ecco perché insisto col dire: fare attenzione ed essere vigili è un conto, andare nel panico inutilmente è un altro, e rischia di fare molti, molti più danni del virus! Mi dicono di file enormi ai supermercati, farmacie prese d’assalto, psicosi generale. Cari concittadini, se ci fossero notizie tanto sconcertanti, né i sindaci, né i governatori, né i ministri si limiterebbero ai provvedimenti attualmente in vigore: non c’è alcuna ragione per essere in preda ad una tale fobia.
Ricordiamoci che questa malattia virale è comunque pericolosa soprattutto per i soggetti deboli, con particolare riferimento agli anziani ed alle persone già cagionevoli per altre patologie. Che senso ha comprare 30 chili di farina e 50 chili di patate? Così facciamo soltanto male a noi stessi. Ciò che ha veramente senso è mantenere la calma, utilizzare tutte le accortezze raccomandate dal Ministero della Salute e, semmai, prendersi cura una volta di più dei propri cari e delle persone in difficoltà.
Il rientro di molti dei nostri concittadini che studiano o lavorano fuori ha creato un certo allarme, e per questo motivo l’altro ieri ho emanato un’ordinanza con la quale registriamo coloro che stanno decidendo di passare questi giorni particolari con la propria famiglia: raccomando a tutti i cittadini di comunicare il proprio rientro, perché non è una schedatura, ma una cosa utile per tutti! Ci consente di raccogliere e dare maggiori e dettagliate informazioni solo ed esclusivamente all’azienda sanitaria. Ci sono i numeri forniti dalla regione e ci sono quelli comunali inseriti nell’ordinanza. Le istituzioni hanno il dovere di porre la massima attenzione e valutare ogni elemento utile, di prendere delle decisioni e di assumersi delle responsabilità; i cittadini hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo ed il dovere di attenersi alle indicazioni fornite da coloro che si stanno occupando del problema, sforzandoci di capire che si tratta di una situazione che spesso si evolve, e che quindi le indicazioni che si ricevono sono in continua evoluzione: bisogna seguirle con attenzione, non con ansia.
Per ciò che riguarda il diritto ad essere informati, con questa modesta lettera sto provando solo a comunicare il più possibile cosa sta accadendo, almeno per ciò che riguarda il nostro territorio. Siamo una Nazione, una regione ed una città evolute, ed anche se questa situazione certamente non è divertente, dobbiamo affrontarla tutti insieme come una comunità evoluta, con calma e consapevolezza. Se non lo facessimo, rischieremmo che quando sarà tutto finito – perché dobbiamo lavorare affinché presto si torni alla normalità – ci accorgeremo che la paura del virus avrà fatto più danni del virus stesso. Vi aggiornerò costantemente. (COMUNICATO)