di SERAFINO CARUSO
La fetta di torta è importante. I sussidi, per lo più di provenienza europea, spesso superano finanche le esigenze. E così si organizzano corsi per la sicurezza sui luoghi di lavoro, informatica, lingua straniera, ecc. La Regione concede anche dei voucher formativi.
Ma spesso e volentieri il grosso della cifra resta all’ente accreditato che ha preso in gestione l’organizzazione del corso. In Calabria ci sono diverse agenzie serie di questo tipo. Ce ne sono altre, invece, che non svolgono in maniera corretta le attività previste. Queste agenzie non potrebbero organizzare alcun corso, ma la Regione gli rilascia lo stesso la possibilità di farlo. E ci sono agenzie che fanno la cosiddetta “cresta” sulle somme da erogare ad allievi/corsisti. Altre fanno svolgere tutto il corso di formazione, salvo poi non pagare né corsisti né docenti e tutor senza una valida motivazione. Allora, la Regione Calabria cosa fa? Quale ruolo di controllo svolge se poi accadono queste cose?
Il Presidente Mario Oliverio si faccia garante a questo proposito: la Regione non può permettere che si speculi sui disoccupati, sui corsisti che, per poter accedere ad un corso, si vedono costretti finanche a scendere a “patti” con chi li organizza. Tutto ciò non è ammissibile! La Regione deve controllare. Confidiamo almeno in un segnale in mezzo a tanto marciume.