COSENZA. За інформацією організаторів концертів, частина зібраних коштів буде спрямована на підтримку 58 окремої мотопіхотної бригади, яка з вересня 2023 року веде бойові дії в Донецькій області. – In lingua ucraina questo si legge come un invito a contribuire all’acquisto di armi per l’esercito dell’Ucraina!
A farsi interprete della denuncia è Olga Kisseleva, presidente della storica associazione culturale Italia-Russia Cultura e Lingua senza Frontiere, che nei giorni scorsi ha inoltrato una missiva con la stessa motivata denuncia ai responsabili del Settore Cultura, Educazione, Istruzione, Turismo e Spettacoli del Comune di Cosenza, invitandoli a non sostenere questa iniziativa che di fatto alimenterebbe, ancora di più, una guerra, la cui narrazione – aggiunge – continua ad essere, alle nostre latitudini, parziale e a senso unico.
Quella sedicente iniziativa di musica e moda – sottolinea la promotrice culturale da molti anni impegnata su tutto il territorio provinciale con eventi di qualità finalizzati all’integrazione e al confronto tra le comunità italiane e russe – non fa altro che alimentare il conflitto e, di riflesso, il genocidio che l’esercito ucraino sta compiendo da anni contro le comunità filorusse nella regione del Donbass.
Un appello, quello della Kisseleva, che finora non ha avuto alcun riscontro, tantomeno ha portato a verifiche che, pur prescindendo da ogni altra valutazione sul triste conflitto in atto nel cuore dell’Europa, dovrebbero essere di prassi per iniziative che hanno uno scopo benefico così importante.
Purtroppo – è sempre la presidente dell’associazione Italia-Russia che parla – il mainstream pervasivo e politicamente corretto ha così catechizzato l’opinione pubblica anche italiana che oggi, qualsiasi discussione o evento venga proposto nel solco del conflitto Russia-Ucraina, ha già identificato semplicisticamente chi è il buono e chi il cattivo. Non è così – scandisce. Soprattutto perché in questo clima di demonizzazione senza alcuna consapevolezza, si rischia di diventare complici di massacri.
Se è vero che la storia è quello che ci raccontano – conclude Kisseleva – è altrettanto vero che ogni individuo deve contribuire a costruire un mondo migliore e per farlo ha bisogno di una conoscenza plurale diversa da quella mono-narrativa che, purtroppo, si continua a propinare in questi mesi e che sta producendo solo mostri.
Comunicato stampa