Cosenza – “Dignità, qualità all’assistenza delle cure e assunzioni. Siamo mortificati come categoria. Quando si parla di 429 assunzioni occorre precisare che è già personale che lavora, non è assolutamente un innesto di forze nuove”. Fausto Sposato, presidente dell’Opi Cosenza, scende in campo per difendere l’intera categoria degli infermieri, annunciando proteste eclatanti.
Da qui l’appello: “Assumete più dirigenti delle professioni sanitarie, più tecnici, più operatori di supporto, più infermieri. Siamo stanchi, non staremo fermi. Usciremo e protesteremo in tutta la regione perché così non va bene”, lo sfogo pubblico del presidente, che fa parte anche dell’Ordine nazionale. “Siamo a favore delle stabilizzazioni dei precari”, aggiunge. “Sono stati formati e poi, in un colpo solo, mandati a casa dalla sera alla mattina. Stiamo dalla parte degli infermieri, di tutti. Sia con i precari, sia con quelli in graduatoria. Tutti diventano indispensabili per una buona sanità. Lo diciamo da tempo: ciò che manca è una svolta organizzativa sanitaria. Chiara, senza distinzioni”.
Il presidente infatti cita due esempi su tutti: “Siamo mortificati oltre che per i numeri esigui anche per le destinazioni. All’Asp di Cosenza non ci sono infermieri e all’Azienda ospedaliera bruzia mancano le nostre figure professionali. Solo su una scelta esprimiamo soddisfazione, cioè a dire il concorso bandito per 10 infermieri pediatrici. Una buona notizia che è assolutamente un successo dell’Opi che ha spinto in tale direzione. Per il resto siamo indignati e diciamo realmente basta allo status quo della sanità che, se non modificato, rischia di far saltare tutto il sistema che è al collasso”.
Sposato insiste, citando il decreto ministeriale 70 che parla di intensità delle cure: “Ci saremmo aspettati una svolta epocale: o gli infermieri esistono e fanno tutt’altra cosa o molto probabilmente qualcuno non tiene conto di quello che è l’aspetto assistenziale. Per attuarlo serve personale infermieristico. Nulla in contrario – la chiosa finale – con tutte le altre professioni sanitarie ma, oggettivamente, i numeri parlano chiaro. Ci auguriamo che la struttura commissariale riprenda questo discorso e il nostro appello, per dare dignità agli idonei, ai precari ed ai cittadini/pazienti calabresi che lo meritano, visto che pagano le aliquote più alte in Italia” (Comunicato stampa).