In particolare, le indagini hanno permesso di ricostruire le ripetute condotte poste in essere dalla M.E., la quale nonostante fosse sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari, comunicava attraverso i social network, continuando, in modo spregiudicato ed imperterrita , a richiedere somme di denaro alla vittima predestinata, minore, facendole credere di esserevittima di “sortilegi” in grado di mettere a rischio la sua vita e quella dei suoi familiari, asservendola del tutto alle sue volontà.
L’esperienza del personale della 3^ Sezione “Reati contro la persona, reati contro i minori e reati sessuali” della Squadra Mobile ha consentito agli investigatori di aiutare la minore a superare le paure che la attanagliavano, inducendola a raccontare le vessazioni alla quale era sottoposta, facendo sì che si potesse intervenire con tempestività e determinazione nella vicenda, individuando e raccogliendo tutti gli elementi a carico della donna, che, rassegnati alla competente A.G., hanno consentito l’emissione in brevissimo tempo dell’aggravamento della misura cautelare in argomento (Comunicato stampa).