COSENZA – Maggiori servizi di mobilità, più spazi sociali, nuove opportunità per accrescere la proposta formativa. È quello che oggi rivendica la popolazione studentesca calabrese e soprattutto quella che vive nei centri periferici ed in territori come la Sibaritide o la Locride dove, nonostante vivano centinaia di migliaia di ragazzi, il mondo della scuola finisce alle porte d’ingresso degli istituti, spesso nemmeno raggiungibili in modo agevole.
«In Calabria – di Corrado – il mondo della scuola, quello visto dai banchi e non dalle cattedre, vive una condizione di disagio profondo che purtroppo nessuno denuncia. I ragazzi delle scuole superiori così come anche gli universitari non hanno alternative per ampliare la loro formazione. Non ci sono spazi pubblici dove confrontarsi, non c’è un alcun contatto tra scuola e territorio. E finisce, nella maggior parte dei casi, che le porte degli istituti scolastici si aprano e si chiudano nello stretto tempo necessario delle lezioni e poi basta. Quando, invece, proprio le strutture scolastiche potrebbero diventare un luogo di ritrovo sicuro anche pomeridiano per i giovani calabresi. Ci sono centri della Calabria – ricorda il coordinatore delle Politiche per gli studenti del CCI – dove un ragazzo non ha davvero alcuna alternativa alla strada, ci sono solo le scuole. Perché non aprirle, perché non consentire che al loro interno si creino laboratori e momenti di confronto? Lo Stato e la Regione dovrebbero pensare di più a queste cose anche per prevenire tutta la serie devianze sociali che derivano appunto dalla mancanza di opportunità di crescita e di luoghi di aggregazione sani. E per fare questo – precisa ancora Giovanni Battista Corrado – serve innanzitutto che la Calabria si doti, nei fatti e non solo a parole, di un nuovo piano dei trasporti che sappia guardare di più e meglio alle esigenze dei giovani che sono completamente diverse da quelle degli adolescenti di 30 anni fa. Oggi le persone hanno necessità di muoversi di più, di avere costanti e continue possibilità di raggiungere centri di interesse culturale e sanitario, considerato anche il costante depauperamento dei servizi periferici. Un ragazzo dell’entroterra silano, per esempio, deve essere messo nelle condizioni di poter avere alternative di trasporto per raggiungere le città a valle e sulla costa. Così non è. Anzi, ci sono luoghi in cui esiste ancora solo “la vecchia corriera” che passa a giorni alterni e una volta soltanto. Per non parlare dei disagi che registriamo ogni giorni dai nostri colleghi universitari della Sibaritide e della Locride che – aggiunge ancora – hanno difficoltà immense a raggiungere i poli universitari e questo perché mancano collegamenti veloci e quelli che ci sono, purtroppo, risultano insufficienti. Bisogna, infine, investire sull’apertura di nuovi spazi di aggregazione che possano dare delle risposte concrete al crescente fenomeno della frammentazione sociale, cercando di ricostruire quel tessuto sociale e il senso di comunità che, soprattutto in Calabria e proprio – conclude Corrado – per l’assenza di una rete di servizi che faccia da collante, sta andando in lento declino» (Comunicato stampa).