COSENZA – Lo straordinario piano di alienazione immobiliare posto in essere da questa amministrazione a partire dal 4 giugno con i primi 11 avvisi esplorativi, se da un lato conferma tutte le preoccupazioni relative allo stato di salute degli equilibri economico-finanziari dell’ente, dall’altro lascia più di qualche perplessità. Questo piano, innanzitutto, tutt’altro può essere meno che straordinario in quanto nel 2017, attraverso la Delibera di Giunta n° 26 del 17 marzo 2017 si era provveduto ad effettuare una ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare (approvazione del Consiglio Comunale il 27 marzo 2017). Stesso dicasi per il 2018 con Delibera di Giunta n° 48 del 19/03/2018 (approvazione del Consiglio Comunale il 29/03/2018). Vi è da ricordare che, come ben evidenziato nel parere dell’Organo di Revisione al Bilancio di Previsione 2019-2021, benché nel 2018 si fossero previste entrate per € 11.597.009,00 poi assestate ad € 16.707.009,00, al 31.12.2018 il valore accertato è stato pari ad € 2.006.039,60 (12% del previsionale) di cui riscossi € 328.133,87 (16% dell’accertato e 2% del previsionale). È abbastanza evidente che il piano straordinario nel recentissimo passato non abbia dato i frutti sperati e considerando che, per il 2019, tali somme sono direttamente correlate agli impegni stanziati per investimenti, un minimo di preoccupazione crediamo sia giustificata. Dai singoli avvisi, inoltre, è possibile verificare come in alcuni casi, gli importi stessi non sono da intendersi definitivi, ma saranno oggetto di valutazione da parte dell’Agenzia del Territorio che ne valuterà la congruenza e dunque si potrebbero verificare delle variazioni. Alla luce dei risultati, alla luce delle perplessità sul piano avanzate dall’Organo di Revisione e contenute nella relazione al Bilancio di Previsione oltre all’invito di non sostenere investimenti prima di aver riscosso le somme, all’incertezza anche sui valori di realizzo, ci chiediamo quanto sia capace questo piano di alienazione a dare forza all’azione di riequilibrio. Non dimentichiamo che annualmente l’Ente fa ricorso, per la salvaguardia della liquidità, all’anticipazione di tesoreria (nel programma elettorale del 2016 nella sezione Bilancio e Tributi, il sindaco evidenziava il risultato di non aver dovuto utilizzare questo strumento nel 2016 dopo ben 9 anni di continuo ricorso, salvo poi riprenderne l’uso) e che dai documenti di bilancio risulta una non totale restituzione entro la scadenza delle somme anticipate (quasi 12 milioni di euro di anticipazione non risultavano estinti al 31.12.2017, ben 27 milioni di euro non estinti al 31.12.2018). È chiaro che tutti noi ci auguriamo che il piano possa essere realizzato (sino alla riscossione), ma vorremmo comprendere cos’è cambiato rispetto agli anni scorsi e quindi cosa ha portato l’amministrazione a considerarlo valido tanto da iscrivere entrate per 17 milioni di euro per il solo anno 2019 (Comunicato stampa).