Movimento 5 Stelle: 1.171 preferenze; Fratelli d’Italia: 2.667; Udc: 753; Noi con Salvini: 278; Pd: 2.420. Questi alcuni dei voti di lista delle ultime elezioni.
Gli altri partiti? Assenti. Mancava Forza Italia, anche se questo partito lo possiamo trovare, a tratti sparsi, in Forza Rossano (lista di sostegno a Mascaro, con 269 voti) e Il Coraggio di Cambiare l’Italia. La vecchia Alleanza Nazionale (a Rossano per anni il partito numero uno) possiamo dire essersi ripartita in tre liste: Fratelli d’Italia (2.667 voti) e Terra Nostra (2.285) con Rapani; Rossano Prima di Tutto (1.622) con Antoniotti; Caputo per Rossano (2.769) con Caputo. Parliamo di un patrimonio di 9.343 voti.
Una enormità. In linea con quanto, più o meno, fu il bacino di voto della migliore Alleanza nazionale di finiana memoria.
Se questi tre soggetti politici fossero rimasti uniti? Si sarebbe potuto ambire anche ad una vittoria al primo turno. Il Pd è un partito che non esiste più. Se non fosse per l’apporto di qualche singolo candidato, lo schieramento renziano paga lo scotto di una politica assente, ritardataria, molle e sfilacciata. L’improvvisazione in questo partito regna sovrana. La dimostrazione arriva anche dal capoluogo Cosenza. Dove la disfatta è totale. A Rossano, il Pd si ritrova nello schieramento di uno dei due candidati al ballottaggio.
La scelta di allearsi con Mascaro (quindi con parte del vecchio centrodestra) non ha premiato. I cittadini non dimenticano. Grande l’affermazione de Il Coraggio di Cambiare l’Italia. Le 4.078 preferenze di lista indicano qualcosa. Cosa, però, ancora non si capisce bene. Il movimento necessita di un assestamento. Bisogna vedere dove si vuole andare. Il tempo dirà.
Quel che resta della vera sinistra: buona parte è con Flavio Stasi, che ottiene 1.301 preferenze con la sola lista Rossano Pulita. Mentre altra ottima affermazione arriva per le liste di Tonino Caracciolo: Rossano Futura e le altre due (3.634 voti).
Dove sarebbero potuti arrivare Stasi e Caracciolo insieme? Se uno dei due avesse fatto il tanto auspicato “passo indietro”, si sarebbe potuta scrivere un’altra storia.
Ma sono ipotesi. La realtà dice che le persone sono più autorevoli dei partiti e dei movimenti che loro stessi possono creare. L’esempio Flavio Stasi lo testimonia. Questo ragazzo ha iniziato anni fa ad occuparsi di emergenze territoriali. Le sue battaglie sono state contraddistinte, sempre, da onestà intellettuale e spirito di giustizia sociale. La sua grande affermazione personale (3.851 preferenze) dimostra che qualcosa, in questa città, è cambiato.
L’ideologia rimane. Le persone cambiano. E se non cambiano, vengono bocciate.
Questa tornata elettorale, a prescindere da chi sarà eletto sindaco e da come sarà composto il prossimo consiglio comunale, ci ha insegnato una cosa: la politica non muore. La politica ha bisogno di essere alimentata con la passione, con l’onestà e l’amore per il territorio. Passano i partiti, passano i movimenti. Ciò che conta è la persona.
Tenendo conto, però, che restano ancora delle sacche di voto di scambio. In mano di personaggi lugubri. Adusi a pratiche clientelari. A promesse di lavoro, di favori. Ecco come si spiegano alcune affermazioni. Di gente che con la politica avrebbe ben poco da spartire. Ma tant’è: il territorio ha ripreso a farsi sentire dopo anni di lugubre buio.
Il processo di cambiamento è lento, ma inesorabile. Lo testimoniano i volti puliti dei ragazzi di questa nuova Primavera rossanese. Persone lontane da giochi di potere. Che, nel loro piccolo, hanno avuto buone affermazioni. Senza apparati di potere alle spalle. Senza scatole di voti impacchettati. Persone libere, belle, pulite. Che sono state premiate. Senza promettere nulla.
Al contrario dei soliti faccendieri. Che occupano posizioni da cui possono promettere. Cosa, poi? Qualche piatto di lenticchie. Lugubri personaggi. Che lanciano accuse e calunnie. Senza guardare al proprio orticello. Persone bocciate dalla società. Dai contorni loschi.
Tempo al tempo: la fine dei partiti è solo l’anticamera della fine di chi ne ha provocato lo smembramento con azioni e comportamenti che hanno fatto allontanare la gente dalla politica. Quella buona. Quella dalla parte del bene comune. Il resto lo dirà il prossimo futuro.