Dalle “Vurga” di Cropalati un urlo al processo di moralizzazione della vita pubblica. Un luogo suggestivo ed emblematico le cui acque equivalgono a un segno di “trasparenza” e di cambiamento. In prima linea Franco Laratra (già parlamentare – componente Cda Ismea), Elisabetta Tripodi (già sindaco di Rosarno), oggi sotto scorta, Luigi Lettieri, sindaco di Cropalati, Fabrizio Grillo, componente il direttivo nazionale piccoli comuni. Fari puntati sulla corruzione e sull’illegalità diffusa. Per la Tripodi talvolta i partiti sono più pericolosi della ‘ndrangheta, perché ospitano soggetti pavidi, doppiogiochisti, legati solo al carrierismo. E pronti a tutto pur di primeggiare. L’ex amministratrice narra l’esperienza difficile nel suo comune sciolto a maggio per dimissioni contestuali di una parte del consiglio. Troppi gli interessi in gioco. E’ una donna che a Rosarno dà fastidio. Intimidazioni, minacce, anche dal boss Rocco Pesce dal carcere di Opera. Il fenomeno è stato analizzato nella sua complessità: in Calabria sembra prendere corpo un’alleanza tra politici corrotti e zone grigie. La disamina presenta gravi e inquietanti connotazioni. Le mani in pasta pare ce l’abbiamo un po’ tutti: funzionari, burocrati, politici. In alcuni casi i “capicosca” partecipano finanche ai tavoli istituzionali. Da Cropalati l’allarme è alto: « Oggi la Calabria rischia di affondare in un mare di corruzione» . Ci si chiede: « Dov’è l’impegno dei partiti sull’antimafia?». Analizzato il fenomeno del voto di scambio e la composizione speculativa delle liste. Denunciata la grave vicenda di rimborsopoli in Calabria. Bene ha fatto Oliverio a rimodulare la giunta. Tuttavia l’aspetto inquietante, ha sottolineato Laratta, è che « non tutti hanno risposto positivamente all’invito del Governatore a voler far parte della squadra. «Molte personalità di rilievo non hanno accettato e questo ci deve far riflettere- continua il rappresentante del Pd- vuol dire che la stima verso le istituzione è uguale allo zero». L’economia non va, la burocrazia è da rivedere, i fondi comunitari tornano indietro, le imprese sono sul lastrico e i giovani vanno via. «Se questa tendenza dovesse continuare avremo paesi che si trasformeranno in case di riposo». Da studi Svimez è emerso che nei prossimi anni si perderanno 100 mila abitanti. «Tutto questo nell’indifferenza di una classe dirigente da rinnovare. Non possiamo consegnare all’ Italia amministratori straccioni da gratta e vinci». (GARANTISTA)