Crosia, presto uno scivolo per disabili per consentire l’accesso alla battigia

COMUNE DI CROSIA – “Il mare è di tutti, anche di chi ha più difficoltà a raggiungerlo”. Nella giornata internazionale dedicata ai bisogni delle persone con disabilità, con ricorrenza 3 dicembre, il Sindaco di Crosia Maria Teresa Aiello insieme al Presidente della Lega Navale Italiana di Mirto Crosia, Eugenio Fusaro De Marco, hanno stretto un accordo per la realizzazione di uno scivolo per disabili che consenta a tutti di raggiungere la battigia. Ma c’e  di più.  Sul piatto anche la ferma intenzione di  promuovere sul territorio iniziative finalizzate a censire e analizzare le varie problematiche che ostacolano la partecipazione delle persone con bisogni speciali alle attività della comunità. Prosegue così  il sindaco Maria Teresa Aiello: “l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’adattamento degli ambienti anche alle persone con disabilità, sono fattori direttamente proporzionali al grado di civiltà di una società. Il nostro mare, che d’estate è meta anche di tutto quel turismo di ritorno, deve essere una risorsa fruibile da tutti. Per questo ritengo ancor più importante, in una giornata istituita per sensibilizzare e richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su questo tema, aver fatto qualcosa di utile e concreto: uno scivolo per consentire a tutti di raggiungere la battigia. Con questa Amministrazione – prosegue il sindaco – un passo alla volta, con i fatti, stiamo cercando di creare una comunità sempre più unita ed equa”. Grande entusiasmo anche da parte del Presidente del Consiglio Comunale Teresa Blefari, la quale coadiuva i servizi sociali e ha accolto con entusiasmo l’idea di intraprendere la progettazione di fattibilità del dispositivo indispensabile per i cittadini e che costituirà, al tempo stesso, anche pregio e virtù per turisti con bisogni speciali che arrivano copiosi nel periodo estivo.
“La disabilità – conclude il sindaco Aiello – purtroppo è una questione che riguarda tutti, nessuno escluso. C’è chi vive con una persona con bisogni speciali in famiglia, a casa. C’è chi ha qualche amico. Solo attraverso la creazione di ambienti favorevoli potremo ridurre, per quanto consentito, le differenze e diventare davvero comunità nel senso stretto del termine”. (comunicato stampa)

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