Se la ritornanza di solito indica il ritorno dei giovani laureati nella propria terra d’origine dopo esperienze altrove, non è detto che ciò non possa accadere anche in fasi più avanzate della vita. È il caso di Michele Minisci, che dopo quarant’anni trascorsi a Forlì torna a Vaccarizzo Albanese, suo paese natale in provincia di Cosenza, con l’intento di portare nel borgo arbëreshë la sua esperienza come direttore artistico nel mondo del jazz e della comunicazione. A Forlì, Michele ha fondato il “Naima Club”, uno dei pochi jazz club italiani capaci di ospitare oltre 7.000 musicisti provenienti da tutto il mondo. Oggi, ha trasferito il cuore di quell’esperienza a Palazzo Minisci, la casa di famiglia nel centro storico di Vaccarizzo. Qui ha dato vita alla Cantina del Jazz, un luogo intimo dove strumenti autografati, dischi in vinile e cimeli raccontano una lunga storia fatta di passione, musica e incontri. Nella cantina, tra bottiglie di vino ‒ compreso quello arbëreshë di Tuturo ‒ e piatti della tradizione, risuonano ancora chitarre e canzoni. L’ambiente rustico richiama la fisicità del jazz: suonare, sudare, condividere. Non serve un palco teatrale: il jazz si vive, si respira, si consuma a stretto contatto con le persone.
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La collezione di autori di fama nazionale e internazionale
La collezione di Minisci custodisce strumenti autografati, come la chitarra di Eugenio Finardi, e fotografie con alcune delle leggende che ha ospitato al Naima, come Chet Baker, omaggiato nel “Forlì Jazz Festival” del 1984. Dopo gli studi universitari a Bologna e Ferrara e una laurea in Giurisprudenza, Michele ha ricoperto incarichi istituzionali come capo sezione al Comune di Ravenna, per poi passare al giornalismo, collaborando con testate come l’Unità, Paese Sera, Ansa e diventando direttore di Radio Flash. È stato tra i fondatori del “Corriere Romagna”. Come manager del Naima ha lanciato talenti oggi noti come Paolo Fresu e Rita Marcotulli, organizzando eventi come “Le Cantantesse” o festival dedicati alle voci femminili. Tra i nomi emersi, Olivia Foschi (oggi a New York) e Lisa Manara, che spesso canta con Gianni Morandi. Riconosciuto con la Medaglia d’Oro al Merito dalla Camera di Commercio di Forlì, è stato l’unico rappresentante culturale e musicale ad aver ricevuto questo onore. «Sono tornato a Vaccarizzo perché a Forlì avevo già dato tutto. Qui posso essere un elemento nuovo e portare il mio vissuto per contagiare di cultura la Sibaritide», afferma Michele. La musica, per lui, è un ponte tra territori: «A New Orleans ho visto suonare fisarmoniche, chitarre e violini, come nella musica romagnola. Questo dice molto sulle affinità culturali che esistono, anche a distanza». Minisci oggi organizza incontri culturali con il sostegno del Comune, coinvolge le scuole locali in attività teatrali e letture, e presenta i suoi libri: “Castrocaro–Sanremo. Solo andata” e “La notte che si bruciò il Jazz”, con prefazioni di Renzo Arbore e Carlo Lucarelli e postfazione di Vinicio Capossela. La stampa forlivese ha salutato il suo addio con affetto: Il Resto del Carlino gli ha dedicato una pagina. «A Vaccarizzo lo aspettano come una rockstar», si legge. E lui, con il suo entusiasmo, ha già acceso i riflettori sulla musica e la cultura nel cuore dell’Arbëria.