«È una lezione ai palazzi della politica la sentenza con cui il giudice delle leggi ha dichiarato la parziale illegittimità costituzionale del secondo decreto Calabria sulla sanità, per come convertito in legge». Lo afferma, in una nota, il deputato di L’Alternativa C’è Francesco Sapia, che commenta: «Intanto la pronuncia della Consulta certifica che sulla sanità calabrese il governo e il parlamento hanno peccato di sufficienza, approssimazione e negligenza politica, in quanto hanno ritenuto che con un provvedimento frettoloso e propagandistico si potessero risolvere i gravi problemi del Servizio sanitario della Calabria, già tratteggiati dalla commissione ministeriale Serra-Riccio nel lontano 2008, dopo la morte dei minori Federica Monteleone, Flavio Scutellà ed Eva Ruscio». «La sentenza – spiega il deputato, che alla Camera siede in commissione Sanità – precisa il dovere dello Stato di essere Stato, di utilizzare propri tecnici per affrontare la situazione e di impiegare le risorse finanziarie necessarie. Inoltre, la sentenza rimarca la facoltà della Regione di esercitare la sua autonomia nella programmazione sanitaria, così mettendo a tacere tutti quei negazionisti di Calabria, di centrodestra e centrosinistra, che finora si sono lavati le mani a riguardo, con imperdonabili opportunismo, pilatismo e trasformismo politici». «Sul piano pratico – continua il deputato, che alla Camera siede in commissione Sanità – l’effetto indiretto di tale pronuncia sarà senz’altro un allungamento dei tempi di erogazione dei primi 60 milioni stanziati dal governo per assumere personale sanitario in via straordinaria. Ciò chiama l’esecutivo, a partire dalla sottosegretaria Dalila Nesci, alla responsabilità di un intervento immediato che garantisca il pronto utilizzo delle anzidette risorse». «Con i suoi articoli e con l’audizione in commissione Affari sociali, l’esperto Ettore Jorio aveva, da tecnico, chiaramente evidenziato i limiti e i pericoli – conclude Sapia – del secondo decreto Calabria, figlio del primo, altrettanto dannoso. Il governo Draghi, che gode di una maggioranza bulgara e trasversale, dovrà trovare il modo di mettere subito a posto i bilanci e i debiti delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, altrimenti la riorganizzazione dei servizi continuerà ad essere una tragicommedia».