CORIGLIANO Il diritto alla salute deve essere garantito e non negato. E’ l’accusa che il consigliere del Movimento 5 Stelle, Francesco Sapia, fa nei confronti dei vertici dell’ Asp di Cosenza, a proposito dei problemi che quotidianamente sono costretti ad affrontare i dializzati del territorio. “Quando ti viene diagnosticata una patologia, come l’insufficienza renale cronica – afferma Sapia – è come un fulmine che squarcia il cielo all’improvviso, un uragano che ti investe e ti sconvolge, la tua vita non sarà più la stessa, ti imbatti in un mondo parallelo fatto di dolore, sofferenza, fede, paura di non farcela voglia disperata di guarire, e tante ore in ospedale che diventa la tua seconda casa perchè ti devi sottoporre a terapia dialitica. Appunto ti affidi all’Ospedale. Dove questo esiste – è l’amara constatazione dell’esponente penta stellato-. Un dramma nel dramma, che diventa ancora più grande quando scopri che al nosocomio vicino casa tua non c’è posto e ti devi rivolgere all’ospedale che può essere a 30 o a 45 chilometri di distanza, tra l’altro su una strada terribile come la statale 106. Poi la situazione diventa ancora più drammatica quando chi deve sottoporsi a dialisi non ha ne macchina ne soldi, o dove non è garantito il trasporto. Io credo – afferma ancora Francesco Sapia – che la direzione sanitaria e i vertici dell’ Asp di Cosenza dovrebbero farsi carico di questa situazione terribile, dovrebbero garantire o più personale medico e paramedico o ampliare la dialisi dello spoke Corigliano Rossano in modo che chi deve sottoporsi a terapia dialitica non viva anche il dramma di come recarsi in ospedale. Ultima considerazione, ma non meno importante, – così conclude Sapia – è che gli ospedali, o quel che ne rimane, che sottopongono i dializzati a trattamento dovrebbero essere dotati dell’unità di rianimazione e del reparto di Cardiologia”. Il problema segnalato dal consigliere comunale è davvero serio, perché siamo in presenza di ammalati che per poter vivere devono sottoporsi periodicamente alla dialisi. Gente le cui condizioni fisiche sono abbastanza precarie, anche perché dopo il trattamento di dialisi l’organismo è abbastanza delimitato. Ecco perché appare davvero grave che questi ammalati sono costretti a sobbarcarsi anche molti chilometri per sottoporsi al trattamento.
(fonte: La Provincia di Cosenza)