A conclusione di 6 mesi di indagini, sono state ricostruite le condotte illecite di alcuni dipendenti pubblici dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Rossano che in orario di servizio si allontanavano per svolgere attività private.
E’ emerso che ben il 50% degli impiegati della struttura sanitaria abbandonava frequentemente il luogo di lavoro, dopo aver registrato la propria presenza in servizio, per fare acquisti in esercizi commerciali della Città, dedicarsi a servizi personali come per esempio riparare la propria macchina oppure per passeggiate sul lungomare di Rossano.
Centinaia di ore lavorative sono state falsamente attestate dai dipendenti come effettuate e quindi pagate dall’Ente pubblico per prestazioni mai svolte. Alcuni dipendenti agivano anche in accordo tra loro, scambiandosi reciprocamente il “favore” della timbratura del cartellino, consentendo ai colleghi di arrivare in ritardo in ufficio oppure, in alcuni casi, di non presentarsi sul posto di lavoro.
A seguito di pedinamenti e videoregistrazioni sono stati rilevati gli spostamenti e le attività dei dipendenti pubblici nonché le irregolari timbrature dei cartellini
A conclusione delle indagini delle Fiamme Gialle rossanesi, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari Dottor Eugenio Facciolla e dal Sostituto Procuratore D.ssa Mariasofia Cozza, il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso 12 ordinanze di custodia cautelare. 9 dipendenti pubblici sono stati posti agli arresti domiciliari e altri 3 sono obbligati a presentarsi ogni giorno alla Polizia Giudiziaria, tutti accusati di truffa ai danni dello Stato e false attestazioni. Complessivamente gli indagati sono 21, circa la metà del personale che presta il proprio servizio presso l’Ufficio dell’Azienda locale.