Non è solo il Tar: adesso a bocciare la riforma del welfare targata Oliverio sono anche i Comuni. Ed il settore è sempre più esposto al rischio della paralisi.
Lo segnala il consigliere regionale Gianluca Gallo, riaccendendo i riflettori sulle delibere della giunta regionale che avevano ridisegnato la fisionomia dell’assistenza socio-sanitaria in Calabria, tra le critiche inascoltate delle opposizioni e degli operatori del settore, infine, agli inizi di Maggio, censurate e cancellate anche dal tribunale amministrativo. «Adesso, però, a certificare i vizi della riforma costruita in solitaria dalla giunta regionale – sottolinea l’esponente della Cdl – sono i Comuni, quelli a carico dei quali il governo regionale aveva posto obblighi severi, anche sotto il profilo della compartecipazione finanziaria. Molti Municipi, peraltro anche di orientamento politico di centrosinistra, hanno espresso le loro censure di merito in maniera inequivocabile ed ufficiale: hanno restituito alla Regione i fondi loro concessi per il welfare». Così è accaduto, ad esempio, per l’ambito territoriale ottimale coincidente col distretto socio-assistenziale di Praia-Scalea, ricomprendente, oltre a Praia e Scalea, anche Aieta, Belvedere Marittimo, Buonvicino, Diamante, Grisolia, Maierà, Orsomarso, Papasidero, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro, Tortora e Verbicaro. «Con una nota che prende spunto dal recente pronunciamento del Tar, ravvisata la difficoltà di operare in assenza di delibere e regolamenti cassati dai giudici – spiega Gallo – il Comune capofila di Praia entra nel dettaglio e va oltre, lamentando la parzialità del mandato attribuito all’ambito, formalizzando per questo la volontà di procedere quanto prima alla restituzione dei fondi già trasferiti dalla Regione per l’annualità 2018». C’è dell’altro: «Alla Regione – rivela Gallo – si imputa anche di non aver provveduto a garantire i pagamenti dovuti alla data del 31.12.2017, a fronte dei servizi invece espletati dalle strutture, con gravi ripercussioni sullo stato di salute delle strutture, sulle prospettive delle loro migliaia di dipendenti e sui servizi da assicurare ai cittadini. Insomma, una situazione assurda e grave, che per mesi siamo andati denunciando senza trovare l’ascolto del presidente Oliverio, fermato nella sua folle corsa mediatica solo dalla sentenza del Tar».
Conclude Gallo: «La retromarcia innestata dal presidente, con la scelta di sottoporre finalmente la sua pseudo-riforma alla valutazione della competente Commissione consiliare per una più approfondita valutazione, rischia di rilevarsi tardiva, come i fatti evidenziano. Ci si riunirà il 7 Giugno, ma intanto i calabresi sono ridotti all’incertezza assoluta in un campo essenziale, mentre i Comuni si ritrovano con le mani legate. Un bel pasticcio, le cui responsabilità vanno acclarate per evitare che anche il nuovo percorso da tracciare, e da portare a compimento in tempi brevissimi, possa esserne inficiato».
(fonte: comunicato stampa)