In sostanza il provvedimento di commissariamento è frutto dell’aver il Segretario PD di Rossano rifiutato di celebrare il Congresso cittadino sulla base di un elenco di iscritti che comprendeva “un pacchetto di tessere” non regolarizzato, già oggetto di ricorso accolto dalla commissione di Garanzia Nazionale. Tale rifiuto è stato opposto a tutela della democrazia e credibilità del PD di Rossano.
L’aziona posta in essere dal Segretario regionale del PD è meritevole di censura e indigna i dirigenti e gli elettori del PD di Rossano che è avulso da logiche personalistiche, che evidentemente hanno originato l’aberrante provvedimento di commissariamento esponendo il Partito a deleterie e inutili congetture sui media locali.
Il gruppo dirigente del PD di Rossano, unitamente, è determinato ad opporsi ad ogni tentativo di esautorare la democrazia e l’autonomia del Partito, a favorire chi non rispetta le regole statutarie, a dare spazio a chi vuole stare con un piede in due scarpe, per questo con il ricorso si è chiesto, previa immediata sospensione, l’annullamento del provvedimento emesso ed il contemporaneo ripristino dell’elenco tesserati 2016, recuperando il principio di legalità e restituendo la democratica agibilità al PD di Rossano.
Nonostante tutto l’attività del Partito, responsabilmente, specialmente in questi ultimi giorni che ci separano dall’importante referendum sulla fusione con la vicina amica Corigliano, proseguirà, senza soluzione di continuità, perché non possiamo, non vogliamo che anni di impegno sul tema siano vanificati e soprattutto per non venir meno all’impegno preso in campagna elettorale con i nostri elettori dove abbiamo definito la fusione la “Madre di tutte le questioni”
(fonte: comunicato stampa)