TREBISACCE. Siamo ancora a metà aprile e nell’Alto jonio cosentino, complici il caldo anomalo e il forte vento di ponente, è già emergenza-incendi.
Sul momento, da quanto si è saputo, hanno cercato di contenere le fiamme i Vigili del Fuoco di Castrovillari insieme ai VV. FF. Volontari del Distaccamento di Trebisacce e le squadre anti-incendio di Calabria Verde che, al comando del DOS (direttore operazioni di spegnimento) di Calabria Verde e operando con la consueta professionalità, nonostante le difficoltà logistiche rappresentate dall’impervietà della zona, sono riusciti ad arginare i danni ed a spegnere, apparentemente, le fiamme.
Ma alle prime luci dell’alba ha preso a soffiare un forte vento di ponente che ha finito per riaccendere il fuoco che covava sotto la cenere e che, con il vento favorevole, ha ripreso nuovamente vigore. Infatti le fiamme, dal letto del torrente Saraceno, sempre sospinto dal vento, hanno preso a salire verso la zona della Sellata (località molto gettonata dai ricercatori di funghi) e verso il Monte Mostarico mandando in cenere quel che rimane del patrimonio boschivo di quella zona dopo i numerosi incendi degli anni scorsi, distruggendo decine e decine di ettari di vegetazione naturale composta da pini d’Aleppo e da rigogliosa macchia mediterranea.
Ma, per fortuna, alle 11.30, provenienti da Lamezia Terme, sono comparsi sulla zona due Canadair anti-incendio che erano impegnati in altri interventi di spegnimento-incendi in Calabria i quali, facendo la spola tra il mare e l’area interessata, con potenti lanci di acqua salata hanno domato e riportato alla ragione il fuoco che minacciava da vicino uliveti e masserie abitate di quello che è stato il primo incendio di una stagione che, a giudicare dalle premesse, si annuncia abbastanza calda e complicata.
Pino La Rocca