I contenuti della replica dello stesso Sig. Menin scagionano da ogni accusa l’Azienda Ecoross da ipotesi di malcostume prospettate in maniera scriteriata e scoordinata dall’ambientalista. Pur tuttavia le gravi affermazioni rimangono meritevoli di attenzione giudiziaria. Il ricorso alla Magistratura non è da considerare un atto di minaccia, cultura all’Azienda lontana, ma solo un esclusivo strumento democratico di autotutela al fine di difendersi da attacchi subiti ingiustamente, senza fondamento, e che ledono la dignità, la onorabilità e l’immagine dell’Azienda. D’altronde la riprova che il Sig. Menin sia dedito al chiacchiericcio è presto data dal fatto che egli continui a parlare di malaffare e di corruzione, assolvendo la Ecoross ma trascinando altri organi istituzionali. È talmente convinto dell’esistenza di notizie di reato che, ancora oggi, si astiene dall’annunciare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica. Ne consegue che fino a quando il metodo di confronto resterà la sottile calunnia, il dileggio, l’insinuazione, il dire e non dire, l’Azienda non prenderà in considerazione alcun momento di confronto con chicchessia. La posizione di Ecoross è stata chiarita in precedenti comunicazioni aziendali, non ha altro da aggiungere, soprattutto se il livello di discussione si trasforma in caciara mediatica a fini elettorali. Si ribadisce, non sono ammessi comportamenti, affermazioni e toni che minano la credibilità dell’Azienda.