Tanto premesso, nel precisare che la Ecoross ha regolarmente partecipato e vinto due distinte gare d’appalto indette dai due ex comuni oggi divenuti terza città della Calabria, non può né potrà mai consentire accuse gratuite e prive di fondamento, tanto più se raccolte mediante semplici interlocuzioni e non già da documentazione acquisita. Nessuna responsabilità è stata addebitata né poteva essere altrimenti al C100A per posizione giuridica e ruolo sociale, a cui l’azienda si è rivolta solo dopo il duro attacco, questo si alterato nei toni così come l’ultima sortita, apparso su siti e blog prevalentemente nella parte in cui si afferma che “… la causa del disagio e delle flautolenze in atto è, ed è stata, tutta nella società appaltatrice che pagata già da tempo, come da recente legge, non si è messa nelle condizioni di riceversi il denaro per fatto burocratico alla stessa addebitabile”. Spiace la reazione scomposta e l’amarezza colta nel coordinatore Minnicelli con cui l’Azienda non vuole entrare in polemica, anzi lo esorta a fare sempre di più e meglio soprattutto dopo il risultato importante sancito dal referendum. Tuttavia l’Ecoross ha il dovere di assumere posizioni a difesa quando pervengono attacchi gratuiti o privi di riscontro. Né è ammissibile agitare polemiche politiche tra fusionisti e contrari e trascinare Ecoross come strumento con tanto di danno all’immagine.
Ancor prima il coordinatore Minnicelli riferiva genericamente di “cumuli di immondizia, a dire il vero, non nuovi nelle due città”. Nel paragrafo precedente lo stesso imputa responsabilità alla società appaltatrice e parla di città sporche da tempo. Purtroppo, anche in questo caso, si rischia di indurre in errore i lettori. Ed è proprio questo il problema culturale da affrontare con grande attenzione, a prescindere dalle posizioni assunte dal coordinatore Minnicelli.
È, purtroppo, diffusa nell’opinione pubblica l’dea, errata, secondo cui ogni qualvolta si rinvengono discariche abusive a cielo aperto o sacchetti di immondizia in varie parti del territorio la responsabilità ricada su Ecoross. Non è affatto così!
Per quanto attiene i disservizi del passato, molto è dipeso dal mal funzionamento dell’impianto di Bucita gestito da società private su mandato della Regione Calabria, provocando ripercussioni sul conferimento dei rifiuti.
Altro aspetto non meno importante è il senso civico dei cittadini nonché l’attività di monitoraggio e controllo. Su questo versante è proprio l’azienda a chiedere, da tempo, l’intervento degli organismi preposti al fine di perseguire i trasgressori mediante l’attuazione delle sanzioni previste.
A parte le considerazioni del coordinatore Minnicelli, c’è chi invece, come qualche ex consigliere comunale dell’estinto Comune di Corigliano Calabro, con disinvolto pressapochismo e per mera azione propagandistica o di visibilità, richiama a sproposito il contratto di appalto stipulato tra Ecoross ed ex Comune di Corigliano denunciando presunte violazioni all’azienda sconociute. Anche in questo caso si ravvisa il maldestro tentativo di usare l’azienda per fini estranei all’utilità pubblica.
UFFICIO COMUNICAZIONE
(comunicato stampa)