Editoriale. Accuse ingiuste agli operatori turistici: improvvisazione, costi e chiusure anticipate

Con la chiusura della stagione estiva, è il momento di fare un bilancio su quanto accaduto e, soprattutto, su come possiamo migliorare il futuro del turismo nelle nostre località costiere. Quest’anno, le critiche sono state particolarmente aspre nei confronti degli operatori turistici, accusati di improvvisazione, di lievitazione dei costi e di smantellamento prematuro delle strutture. Tuttavia, è essenziale esaminare queste accuse con un occhio critico e considerare le responsabilità più ampie, che vanno ben oltre il singolo operatore. Le accuse di improvvisazione e di aumento dei costi rivolte agli operatori turistici spesso non riflettono la complessità del contesto in cui si trovano ad operare. L’anno in corso ha visto una ripresa delle attività turistiche post-pandemia, ma i risultati non sono stati uniformi. Alcune località hanno faticato a recuperare i flussi pre-pandemia, e questo ha comportato un aumento dei costi operativi. La carenza di turisti ha spinto molte strutture a mantenere elevati i prezzi per coprire le spese, rendendo così il turismo meno accessibile e meno attrattivo per una parte significativa dei potenziali visitatori. Inoltre, l’improvvisazione spesso non è una scelta volontaria, ma una conseguenza di una mancanza di coordinamento e di pianificazione a livello locale e regionale. Le strutture turistiche operano in un contesto di continua incertezza e cambiamento, e la scarsa coordinazione tra gli operatori e i presidi di formazione può portare a una proposta turistica che sembra frammentata e poco organizzata. Non si può ignorare che molte di queste difficoltà sono anche frutto di politiche inadeguate e di una visione a breve termine che non ha saputo anticipare e rispondere alle sfide emergenti.

Costi e riduzione dei flussi turistici: un connubio inevitabile

L’aumento dei costi è un aspetto inevitabile quando i flussi turistici sono ridotti. I costi di gestione delle strutture turistiche, dai canoni concessori  alle forniture e ai servizi, non calano proporzionalmente con la riduzione del numero di visitatori. Questa dinamica ha spinto alcuni operatori a incrementare i prezzi, nella speranza di mantenere la sostenibilità economica delle loro attività. Tuttavia, questa strategia ha anche avuto il risultato di limitare ulteriormente l’accessibilità e l’attrattività delle destinazioni. La riduzione dei flussi turistici è stata influenzata da vari fattori globali, tra cui l’incertezza economica, le variazioni dei comportamenti di viaggio post-pandemia e le difficoltà di accesso a causa di restrizioni sanitarie o di viaggio. Questi elementi hanno reso la stagione estiva particolarmente sfidante per molte località, e le soluzioni non possono essere semplicemente imputate alla gestione degli operatori turistici. Poi ci sono le responsabilità, in parte storiche, della politica locale che ha consentito l’invasione di cemento residenziale sulla costa.

Il problema dello smantellamento anticipato delle strutture

Le critiche sullo smantellamento anticipato delle strutture turistiche sono spesso mal indirizzate. È comprensibile che le strutture chiudano quando la domanda di servizi turistici diminuisce drasticamente. Mantenere aperte le strutture senza una clientela adeguata non solo diventa economicamente insostenibile, ma può anche comportare un deterioramento delle risorse e dei servizi. Gli operatori sono spesso costretti a prendere decisioni difficili per garantire la sostenibilità economica e la qualità dei servizi offerti. Il problema dello smantellamento anticipato riflette anche una mancanza di pianificazione e di strategie per prolungare la stagione turistica. Non basta criticare la chiusura anticipata; è necessario pensare a soluzioni per prolungare l’attrattività delle destinazioni anche nei periodi di bassa stagione. Questo può includere investimenti in eventi speciali, attività culturali e promozioni mirate che attirino visitatori anche fuori dai tradizionali picchi estivi. Ma per il stabilimenti balneari la partita è difficile perché in spiaggia non scende nessuno.

Prospettive di sviluppo: Corigliano e Rossano

Il futuro del turismo nelle località di Corigliano e Rossano presenta sia sfide che opportunità. A Schiavonea, ad esempio, c’è una grande opportunità per migliorare la qualità del flusso turistico. Investire nell’arredo urbano, colorare il borgo marinaro e arricchirlo con fiori e piante potrebbe trasformare l’area in una destinazione d’élite. Questi interventi non solo migliorerebbero l’aspetto visivo della località, ma potrebbero anche attrarre un tipo di turismo più selezionato e disposto a spendere di più. Il Quadrato Compagna, con i suoi box destinati a fini commerciali, potrebbe beneficiare di interventi mirati per migliorare l’offerta commerciale e attrattiva della zona. Tali interventi potrebbero includere la valorizzazione degli spazi commerciali esistenti, il miglioramento dell’arredo urbano e la promozione di eventi locali che richiamino visitatori.

Per quanto riguarda Lido Sant’Angelo a Rossano, il problema è più complesso. L’area, attualmente compromessa da soli insediamenti residenziali, necessita di una vera e propria rivoluzione culturale. Non è più accettabile immaginare un lungomare sprovvisto di negozi, bancomat, boutique e altri servizi essenziali. La mancanza di tali servizi limita gravemente il potenziale turistico della zona e contribuisce alla sua scarsa attrattività. Un piano strutturale associato ben progettato potrebbe fare la differenza, integrando questi servizi e risolvendo la cronica carenza di posti letto. Investire nella creazione di spazi commerciali e servizi per i turisti non solo migliorerà l’esperienza complessiva dei visitatori, ma contribuirà anche a creare posti di lavoro e stimolare l’economia locale.

Il ruolo del Piano Spiaggia e delle politiche locali

Il piano spiaggia, attualmente arenato nei cassetti comunali, rappresenta un altro elemento cruciale per il futuro del turismo. È essenziale che questo piano non solo preveda stabilimenti balneari dignitosi ed esteticamente accoglienti, ma che includa anche strategie per garantire la sostenibilità economica e ambientale. Stabilimenti ben progettati possono non solo attrarre più visitatori, ma anche generare posti di lavoro stabili e di qualità. Le politiche locali devono essere orientate verso una visione a lungo termine del turismo, che consideri non solo le necessità immediate ma anche le opportunità di sviluppo futuro. Questo richiede un impegno serio nella pianificazione e nell’attuazione di strategie che coinvolgano tutte le parti interessate, dalle autorità locali agli operatori turistici e alla comunità.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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