Sant’Angelo, una volta cuore pulsante della movida sul lungomare rossanese, oggi si trova al centro di un acceso dibattito che mette in luce una serie di scelte politiche discutibili e contraddittorie. Recentemente, alcuni residenti di nuovi complessi residenziali (non sarebbe stato più appropriato realizzarvi insediamenti ricettivi? ) hanno sollevato lamentele riguardo l’inquinamento acustico e la mancanza di quiete pubblica. È importante chiarire fin dall’inizio che non si tratta di una questione di colpe individuali, né degli acquirenti né dei costruttori, ma piuttosto di un problema di scelte politiche incoerenti. Una città che si definisce turistica dovrebbe essere in grado di armonizzare le esigenze di chi vi abita con quelle di chi vi si reca per svago. A Rossano, però, sembra che le politiche urbane abbiano preso una direzione che favorisce la residenzialità a scapito dell’intrattenimento, creando una situazione di conflitto. Negli anni passati, Rossano è stata un vivace centro di movida, specialmente nella zona dello scalo in piazza B.Le Fosse. Il famoso “triangolo della movida” era un luogo di ritrovo per giovani e meno giovani, dove il divertimento e la socializzazione erano all’ordine del giorno. Oggi, questa vitalità sembra essere svanita, soffocata da politiche che non supportano adeguatamente gli operatori turistici locali. Le politiche urbane dovrebbero tenere conto delle caratteristiche e delle vocazioni dei territori. Nel caso di Sant’Angelo, si è preferito puntare su uno sviluppo residenziale in un’area che già ospitava attività ricreative consolidate. Questa scelta ha inevitabilmente portato a una serie di problemi: Inquinamento acustico: I residenti reclamano il diritto al riposo, costringendo le attività di intrattenimento a dover affrontare controlli continui e costi elevati per l’adeguamento acustico. Questo non solo penalizza gli operatori del settore, ma rischia anche di spegnere quel poco di movida rimasta.
Matteo Lauria – Direttore I&C