Editoriale. Duplice omicidio a Corigliano Rossano. Territorio abbandonato a se stesso

Nonostante l’encomiabile lavoro dei Magistrati della Procura e del Tribunale di Castrovillari, sono sotto gli occhi di tutti le gravissime conseguenze che paghiamo giornalmente nel territorio a causa della assurda assenza nella terza città della Calabria di un Presidio di Giustizia.
Una privazione paradossale, ingombrante, inaccettabile, vergognosa: la nostra Città non può e non deve non avere un Tribunale.
Dove sono le Istituzioni? Dove sono i nostri rappresentanti politici? Dove sono i fatti? Non le promesse o i proclami. I fatti!
Un silenzio assordante che pesa come un macigno, una immobilità gravissima ci rendono vittime di indolenza e ignavia.
Di fronte alla recrudescenza della criminalità, sebbene molti episodi siano di competenza della magistratura antimafia, non possiamo non riconoscere come un Tribunale ordinario e una Procura sul posto rappresentino una valida “sentinella” in qualità di presidio dello Stato. Presidio dello Stato che deve far sentire la propria presenza ed essere vicino ai cittadini, i quali sono stanchi di sentirsi abbandonati a se stessi.
Nonostante le recentissime elezioni amministrative, che tanta speranza hanno infuso nei nostri animi, siamo poi quotidianamente costretti a fare i conti e a scontrarci con la realtà: un territorio lasciato alla deriva nel quale non è più sentito il controllo né la tutela dello Stato.
La mancanza di un Palazzo di Giustizia, con tutti i servizi annessi e connessi, crea un vulnus irreparabile alla Città, ai cittadini.
Siamo depredati da tutti i servizi minimi essenziali (ospedale, ferrovia, etc.) siamo tagliati fuori da tutti i circuiti, di Giustizia, economici, commerciali, sanitari.
E forse è giunto il momento della nascita di nuove coscienze civiche, non oso più parlare di risveglio perché quelle che c’erano ritengo siano defunte da tanto, troppo tempo. È giunto il momento che ognuno si assuma il peso delle proprie responsabilità. Ognuno di noi deve far sentire la sua voce e non nascondersi o trincerarsi dietro al silenzio o, peggio ancora, dietro a pretesti o scuse.
Non possiamo più scaricare su altri, né rinviare al poi ciò che deve e può fare ciascuno di noi!


Avv. Francesco Nicoletti

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