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Siamo di fronte a un fenomeno di bigottismo che non solo ignora le gravi problematiche della nostra epoca, ma si accanisce su dettagli che, per quanto deplorevoli, sono ben lontani dal rappresentare il cuore della corruzione o dell’illegalità sistemica. Il caso di Caputo, pur se riprovevole qualora dovesse essere riscontrata la paternità del gesto, è solo la punta di un iceberg ben più grande e complesso. La verità è che la nostra società è compromessa fino al midollo, e questa ipocrisia non fa che aumentare il distacco tra le reali problematiche e le futili polemiche. È necessario un cambio di prospettiva: smettere di agitare casi marginali e concentrarsi su una vera decenza e rispetto, evitando di trasformare ogni piccolo scandalo in una crociata di ipocrisia. In passato, un avviso di garanzia poteva bastare a far cadere una carriera, oggi il limite sembra essersi alzato, rendendo quasi meritoria la condizione di accusato. In questo contesto parliamo di un nick?
Matteo Lauria – Direttore I&C