Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Editoriale: La crociata di ipocrisia contro il nick fasullo: polemica marginale in una società compromessa!

Negli ultimi giorni, il caso di Guglielmo Caputo e il suo presunto utilizzo di un falso profilo social per attaccare avversari politici ha catalizzato l’attenzione pubblica e mediatica in perfetto stile paesano, altro che terza città della Calabria. Ciò che stupisce non è tanto la vicenda in sé quanto l’accanimento quasi incredulo di una società che sembra scoprire l’acqua calda. L’interessato ha già chiarito in un post l’estraneità circa l’accaduto, tuttavia ciò che meraviglia che in un’epoca dove la manipolazione delle informazioni è all’ordine del giorno e dove le campagne elettorali, sia locali che internazionali, si costruiscono spesso su tattiche discutibili, ci si scandalizza per un “nick fasullo”. È un paradosso che in una società dove la corruzione e le pratiche scorrette sono ormai all’ordine del giorno, ci si agiti per un episodio che, pur sbagliato, non rappresenta certo una novità nel panorama politico. Durante le campagne elettorali accade di tutto, da parte di persone che si ritengono perbene ma che si trasformano in vampiri dei social o per un tozzo di potere o per mero servilismo a volte non richiesto. Si tace sul fatto che vi è un impennata di casi Covid e nonostante la città di Corigliano Rossano si sia offerta nell’assumersi la responsalità di ospitare un Polo al “Giannettasio” oggi, nel caso di ricoveri urgenti non vi è più possibilità. Si tace sulla necessità di elevare a capoluogo la città di Corigliano Rossano, perdendo fondi e prestigio, perdendo la possibilità di avere reparti insieme a Crotone di eccellenza o un Hub ospedaliero. Si tace su tutte le questioni emergenziali che potrebbero produrre posti di lavoro come il calo vertiginoso di presenze a Lido Sant’Angelo. E su cosa perdiamo energie e tempo? Su Guglielmo Caputo che avrebbe realizzato un nick falso facendone un caso politico!

Siamo di fronte a un fenomeno di bigottismo che non solo ignora le gravi problematiche della nostra epoca, ma si accanisce su dettagli che, per quanto deplorevoli, sono ben lontani dal rappresentare il cuore della corruzione o dell’illegalità sistemica. Il caso di Caputo, pur se riprovevole qualora dovesse essere riscontrata la paternità del gesto, è solo la punta di un iceberg ben più grande e complesso. La verità è che la nostra società è compromessa fino al midollo, e questa ipocrisia non fa che aumentare il distacco tra le reali problematiche e le futili polemiche. È necessario un cambio di prospettiva: smettere di agitare casi marginali e concentrarsi su una vera decenza e rispetto, evitando di trasformare ogni piccolo scandalo in una crociata di ipocrisia. In passato, un avviso di garanzia poteva bastare a far cadere una carriera, oggi il limite sembra essersi alzato, rendendo quasi meritoria la condizione di accusato. In questo contesto parliamo di un nick?

Matteo Lauria – Direttore I&C

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: