Editoriale: Le dinamiche del voto per il Consiglio Comunale

Il voto destinato ai candidati al consiglio comunale segue logiche diverse rispetto a quello per i sindaci. È indubbio che la scelta dei consiglieri sia meno politica e più personale, dominata da rapporti di stima, amicizia e relazioni sociali. Nonostante ci sia una componente legata ai progetti e alle idee, questa risulta spesso marginale.Poi ci sono le relazioni deteriori legate alla corruzione elettorale ma questa è storia arcinota.

L’ultima tornata elettorale a Corigliano ha confermato questa tendenza, con pochi consiglieri comunali uscenti riconfermati e anche membri della giunta uscente, pur avendo ottenuto buoni risultati personali, non eletti. Figure come Alessia Alboresi, Maria Salimbeni, Tatiana Novello e Damiano Viteritti, che si sono impegnate con dedizione, non hanno superato il giudizio dell’elettorato, pur ottenendo ottimi risultati. Questo esito dimostra che il verdetto delle urne segue dinamiche che vanno oltre il merito personale e il lavoro svolto. Questa problematica solleva interrogativi sul sistema elettorale e sulla necessità di un ritorno alla formazione politica attraverso le scuole di partito. Molti personalità che si dedicano con impegno al sociale restano esclusi dalle istituzioni, mentre persone poco conosciute si trovano a ricoprire ruoli decisionali importanti. È questo il bello della democrazia? Forse no, poiché spesso dà spazio all’improvvisazione e alla percezione del ruolo di consigliere come strumento di potere e visibilità. Per rivitalizzare la politica e creare un sistema in cui il voto sia realmente basato sulle opinioni, è fondamentale tornare alle scuole di partito.

I consiglieri comunali, una volta eletti, non devono staccarsi dalle strutture che li hanno supportati, ma mantenere un rapporto interattivo e formativo con esse. Solo così si può sperare di avviare un vero cambiamento. Attualmente, si parla molto di coinvolgere i giovani, ma nella realtà, quelli che riescono a entrare nelle istituzioni vengono spesso lasciati allo sbaraglio. Non è colpa loro se non conoscono la differenza tra una determina e una delibera; è compito degli eletti formarli adeguatamente all’interno dei partiti. Avviare questo processo significa impegnarsi per un cambiamento autentico e duraturo, che possa portare a una politica più consapevole e meno improvvisata. Le dinamiche del voto per il consiglio comunale riflettono una necessità di evoluzione sia nel sistema elettorale che nella cultura politica. La formazione continua e il sostegno strutturato dei partiti possono essere la chiave per superare le attuali criticità e valorizzare le competenze e l’impegno sociale di chi decide di dedicarsi al servizio pubblico.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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