Oggi, però, ci troviamo a fare i conti con una realtà profondamente diversa. Il livello qualitativo della nostra intellighenzia sembra essersi drasticamente abbassato, segno di un cambiamento culturale e sociale che ha progressivamente svuotato di contenuti e valori ciò che un tempo era considerato patrimonio intellettuale.
Questo declino sembra strettamente legato a un mutamento nelle priorità della società. Il denaro, ormai, ha assunto un ruolo centrale e predominante, influenzando scelte e comportamenti. Tuttavia, questo cambiamento non ha portato un miglioramento complessivo della qualità della vita, piuttosto ha contribuito a favorire la crescita di un nuovo tipo di figura: quella del “pezzente arricchito”. Persone che, pur avendo acquisito ricchezza, non hanno saputo gestire questo potere economico in modo da promuovere il bene comune. Al contrario, hanno finito per impoverire il contesto intellettuale e culturale.
Il risultato è un abbattimento del livello qualitativo dell’intellighenzia, un impoverimento che colpisce sia Rossano che l’intera area di Corigliano Rossano. La comunità ha perso la sua capacità di produrre pensiero critico, innovazione e cultura, soffocata da una logica materialista che ha relegato il sapere e il merito a un ruolo secondario. Se non si inverte la rotta, il rischio è che Corigliano Rossano continui a perdere quelle energie intellettuali che un tempo la rendevano un faro per l’intero per l’intero territorio. È tempo di riscoprire e valorizzare il vero capitale umano della città: la sua intellighenzia.
Matteo Lauria – Direttore I&C