E’ tutto connesso. E invece si è proceduto, forse anche volutamente, a lavorare per compartimenti stagni. Sulla pessima gestione del piano spiaggia mi sono già soffermato a più riprese. Ora il vero nemico da abbattere verso cui poco però oramai si potrà fare, grazie alla prepotenza di istituzioni e compiacenti privati, è la realizzazione di residenze in prima, seconda, terza, quarta, quinta fila e via discorrendo. Sul lungomare abbiamo costruito solo case a conduzione familiare. Ma si può? E chi sono i responsabili? E il dramma è che si persevera indisturbati proprio nel cuore di Lido Sant’Angelo. Ma questo è un tema che non appassiona nessuno, né partiti, né movimenti, né sindacato, nessuno! Sappiamo tutti cosa comporta questo scempio ingiustificato di cemento che non produce indotto né occupazione, se non il tempo di realizzare i fabbricati, alcuni tra l’altro antiestetici, e far lavorare per qualche mese singole imprese, determinando di fatto la mummificazione perenne di quelle aree. Abbiamo dato un calcio a tante opportunità di lavoro per giovani e meno giovani, abbiamo tolto vitalità al territorio, abbiamo reso la città meno attrattiva, abbiamo impoverito le casse dei pochi operatori turistici, abbiamo reso “tristi” le stagioni turistiche. Chi pagherà mai per tutto questo? A Rossano nessuno, anzi magari i responsabili saranno anche premiati, alcuni dall’elettorato, altri da carriere interne alla pubblica amministrazione. Per non parlare della qualità del mare, in una area tra l’altro non industrializzata, ma questa è materia da trattare a parte. Come uscirne? I proprietari delle case hanno legittimamente acquisito dei diritti, gli stessi che invocheranno giustizia quando si tratterà di denunciare l’inquinamento acustico proveniente da quei pochi locali esistenti sulla costa e nessuno potrà dire nulla perché sussiste il diritto al riposo. E’ estate, si è in ferie ed è giusto non turbare la quiete pubblica- si dirà. L’unica soluzione in prospettiva, in assenza di coraggio nell’affrontare il tema con le ruspe raggiungendo un accordo con i privati, è ipotizzare una sorta di “paese albergo” utilizzando l’esistente abbellendolo almeno con un’azione di restyling adeguato. E poim ancora, quel rudere ancora tale da una vita, quella piazza cupa oggi evidentemente da rivedere e rimodulare, quel depuratore che emana olezzo ed ancora è li da sempre nell’attesa perenne che inizino i lavori dell’impianto consortile. C’è una evidente sperequazione tra domanda e offerta. Oggi i nodi vengono al pettine, e la voce turismo ci sbatte l’amara verità in faccia, senza pietà! Questi risultati ce li dobbiamo tenere e subire umilmente in silenzio, è ciò che ci meritiamo.
Matteo Lauria – Direttore responsabile I&C