La storia si ripete, altro che rinnovamento. Questa volta però sussistono delle aggravanti, ingiustificate ed ingiustificabili. Mi riferisco al movimento 5 stelle e alla deputazione parlamentare del territorio da poco eletta. Come è noto, il comprensorio ha espresso ben 4 rappresentanti di cui tre coriglianesi e una rossanese. Per costoro, da quanto palesemente traspare, esiste invece ancora la repubblica di Corigliano e la repubblica di Rossano, dimenticando che, diversamente dal passato, oggi Corigliano Rossano è una unica entità. E’ la solita storia di frizioni interne al nostro territorio ma che ha come cabina di regia la deteriore logica cosentina dai vecchi metodi. Basta guardare al passato per rendersi conto che, in chiave di cambiamento, occorra sganciarsi da certi meccanismi. Nelle ultime ore i tre parlamentari coriglianesi (Sen. Abate – deputati Sapia e Forciniti) hanno firmato un documento nel quale si parla della sola inchiesta “Accordo comune”, tralasciando quella dell’alluvione. Non appare, in calce, il nominativo dell’On. Elisabetta Scutellà. In tempi di “whapsapp” non credo si possa affermare, quale giustificazione, il fatto che vi possa essere stata una riunione alla quale una delle componenti non partecipa e quindi non può firmare. Oggi si può condividere un documento anche se si è distanti mille miglia. E’ evidente che c’è qualcosa che non va a danno di una visione unitaria necessaria in queste realtà. Ed è qui che scatta il grido d’allarme. Non ripetiamo gli “orrori” del passato, non cadiamo nelle solite infantili trappole. La storia dovrà pure servire a qualcosa! Il territorio ha già pagato un alto costo in termini di infrastrutture, sanità, giustizia, trasporti. Ora è tempo di dire basta. Un esempio su tutti e sono davvero tanti: la soppressione delle Aziende sanitarie locali in Calabria. Bene, quando si è trattato di chiudere Corigliano Rossano, Castrovillari e Paola, accentrando tutto su Cosenza gli onorevoli Adamo & c non persero tempo a parlare di razionalizzazione della spesa pubblica o di spending review. E non è un caso se laddove sono state soppresse le ex Asl la sanità è allo sfascio! Gli stessi però non si sono posti il problema per analogia quando il governo Oliverio aveva proposto l’istituzione di una unica azienda sanitaria regionale che avrebbe di fatto soppresso le 5 provinciali, incluso Cosenza. In questo caso per Adamo & C non è prevalso il principio della razionalizzazione, in quanto Cosenza non si tocca! Ecco perché è arrivato il momento di aprire gli occhi e da una classe politica da poco eletta all’insegna del rinnovamento, di tutto ci si può aspettare tranne la riproposizione degli stessi schemi. Basta con il desueto dipendendismo da Cosenza, se non altro perché almeno sulla carta oggi Corigliano Rossano rappresenta la prima città della provincia. Non sarò mai per alimentare conflitti territoriali, ma almeno battiamoci per i principi di pari dignità e lavoriamo in sinergia! L’auspicio è che i vertici romani intervengano a sanare tali situazioni al fine di evitare la riproposizione di vecchi metodi ormai ammuffiti.