Tuttavia vado oltre e affermo: puta caso si dovesse giungere un domani a una sentenza di condanna definitiva nei confronti di coloro che avevamo messo in piedi questo sistema marcio, cosa ci guadagna lo Stato? Intanto iniziamo con il dire che da qui al raggiungimento di una sentenza definitiva ci vorranno dai 5 ai 10 anni. Nel frattempo alcuni degli indiziati arriveranno attorno ai 75/ 80 anni o giù di lì. E tra l’altro per gli anziani la Stato preserva, eccezion fatta per alcuni tipi di reati, gli arresti domiciliari. Mi chiedo: ai cittadini cosa interessa se il giudice X finirà dietro le sbarre ? Il soggetto pagherà il suo costo con la giustizia e la partita finisce li! E chi sarà mai risarcito per ciò che lor signori hanno combinato? Per come è oggi il sistema giustizia si ottiene un solo risultato, ossia, il soddisfacimento di un sentimento di giustizia, ma nella realtà lo Stato ci rimette. Proviamo a mettere mano al capitolo “danni”: cosa ha significato taroccare determinate sentenze? Proviamo a immaginare delle vittime che si sono viste assolvere i carnefici mediante una pronunzia deviata: gli stessi, poiché sono intervenuti elementi di novità, potranno chiedere la riapertura del processo. E quanto costa allo Stato un processo? E di che tempi parliamo? Un ginepraio dal quale non se ne esce. Ecco perché continuo a sostenere la tesi secondo cui dobbiamo avvicinarci a un sistema giustizia che intervenga preventivamente e non dopo una sequela di reati perpetrati e spalmanti magari per lunghi anni. Non ha senso un sistema del genere, produce solo costi allo Stato. Oggi con le tecnologie innovative cui l’intelligence è dotata si può prevenire. Immaginiamo l’utilizzo dei “trojan” per le intercettazioni o altre tecniche adottate mediante l’utilizzo dell’informatica. Prevenire, a mio parere, si può.
Occorre una qualificata azione preventiva che richiede professionalità e capacità investigativa. Ma la politica deve intervenire per cambiare le regole in gioco: via la politica dal Consiglio superiore della magistratura, introduzione della responsabilità civile e penale dei magistrati, separazione delle carriere, eliminazione delle carriere per anzianità di servizio, corsi formativi di intelligence, concorsi rigidi di selezione i cui organismi di valutazione devono essere totalmente estranei alla politica. Sono solo alcuni elementi riflessivi di come la magistratura potrebbe cambiare nel giro di pochi anni. Ma siamo proprio sicuri che la politica voglia una magistratura efficiente?
Matteo Lauria – Direttore responsabile I&C