Editoriale. Quel pasticciaccio brutto dell’AIC: zero voti a Corigliano

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Pensando all’Aic viene in mente Gadda e la sua rappresentazione dei comportamenti e delle stupidità della società italiana.

L’AIC è l’Istituto di “nuova generazione” proclamato dalla Regione Calabria con la Legge Regionale 18 Maggio 2017, n. 18, ovvero “ Autorità Idrica della Calabria, ente pubblico non economico rappresentativo dei comuni della Calabria tutti ricadenti nell’ambito territoriale ottimale”.

La funzione dell’AIC è quella di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato. Gli organi sono: a) l’assemblea costituita da 40 comuni; b) il direttore generale; c) il revisore unico dei conti.

In data 17 Maggio 2018 si è proceduto alle votazioni ove i sindaci della Calabria hanno eletto i 35 comuni costituenti l’assemblea dell’AIC, giacché i Comuni capoluogo delle 4 province calabresi e il Comune di Reggio Calabria fanno parte di diritto del 40 comuni che costituiscono l’Assemblea AIC .

In data 17 Maggio 2018 i due Comuni di Corigliano Calabro e Rossano, ancora non fusi, hanno votato separatamente a mezzo dei rispettivi sindaci, Giuseppe Geraci e Stefano Mascaro.

Con comunicazione del 15 Marzo 2018 (2 giorni prima della elezione), la Regione Calabria ha inviato a mezzo pec ai sindaci della Calabria disposizioni sulle modalità di votazione della Assemblea e senza precisazione alcuna, senza riferimenti al provvedimento regionale, ha indicato le “ nuove disposizioni”  per i Comuni di Corigliano e Rossano, ossia “in considerazione dell’imminente fusione dei Comuni di Corigliano Calabro e Rossano qualora fossero eletti uno o entrambi, sino al completamento dell’iter di fusione – da ritenersi concluso con l’elezione dei nuovi organi di amministrazione (ovvero sino alle elezioni politiche amministrative previste nel 2019) – in seno all’Assemblea dell’AIC subentrerà da subito il primo o i primi dei Comuni non eletti”.

La Regione, in definitiva, non considera il Commissario Prefettizio della nuova città nelle “capacità” e nei poteri allo stesso attribuiti da legge nazionale, di partecipazione all’Assemblea AIC.

Non solo, la Regione e i suoi consiglieri che tanto si sono prodigati sulle positività delle fusioni, come primo atto in prossimità della fusione, qualora eletti, escludono la città unica di Corigliano – Rossano dall’Assemblea e sino alle elezioni amministrative previste nel 2019.

Di tale “decisione “ Regionale, ancora non chiara e trasparente nella sua proclamazione, un silenzio assordante da parte dei nostri rappresentanti istituzionali locali e regionali.

Ma il bello è accaduto il 17 Marzo 2018 alle elezioni per costituire l’Assemblea, con due voti possibili e probabili dei due sindaci ove bastava accordarsi per determinare le elezioni della nuova città unica.

Con due sindaci secondo Voi, cari lettori, i Comuni di Corigliano Calabro e Rossano, 15 giorni prima di diventare la città unica e la terza città più grande della Calabria, sono stati eletti? La risposta è: NO!.

Ma la cosa che lascia sbigottiti, da informazioni assunte e di cui si è già provveduto a richiedere con accesso agli atti i relativi verbali, secondo Voi, amabili lettori, la ex città di Corigliano Calabro quanti voti ha ricevuto pur presente – con diritto di voto esercitato – il sindaco Geraci?  Sembrerebbe, da informazioni dei molti presenti allo spoglio, pari a ZERO!

Il sindaco che non ha votato la sua città!

Ci viene in mente Luigi XVI e il suo alto tradimento per il quale fu decapitato. Oggi, per fortuna e per democrazia, non esiste la ghigliottina per i “sovrani” che tradiscono la loro città ma esiste la critica politica e la forza della “matita” per spazzare via, definitivamente, chi la venduto politicamente la propria città e i suoi cittadini .

Ad onore del vero, risulta agli atti delle votazioni per iscritto, la protesta del sindaco Mascaro, al quale va dato il merito della difesa della città, contro il provvedimento della Regione.

Interessanti i Comuni eletti per la provincia di Cosenza: San Giovanni in Fiore, Rende, Acri, Montalto U., Scalea, Amantea, Castrolibero, Trebisacce, Luzzi, Aiello Calabro, Spezzano Sila, Bianchi, Longobucco, San Lorenzo Bellizzi.

Viene da chiedersi, pur rispettando il segreto del voto: ma a chi ha votato Geraci tra questi Comuni e perché? Non riteneva forse all’altezza la sua città? Ovvero non accedendo lo stesso in assemblea in previsione della imminente fusione, ha buttato via il bambino con l’acqua sporca?

Al danno anche la beffa: art. 20 della Legge 18/2017 – AIC – I costi per il personale e quelli di funzionamento degli organi e della struttura operativa dell’Aic, in sede di prima definizione a regione del costo del servizio idrico, fanno carico agli enti locali ricadenti nell’ambito territoriale ottimale”.

Della serie: non ci siamo dentro in rappresentanza, pur essendo la III città più grande della Calabria, ma …. Io pago!

Graziella Algieri

avvocato

 

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