Editoriale. Rifiuti, l’Italia deve adeguarsi a norme Ue, non tornare indietro

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Il ministro dell’interno Salvini in questi giorni ha posto il tema dell’emergenza rifiuti in Campania riprendendo un vecchio pallino degli ambienti della destra italiana contraria al modello di sviluppo ecologico: sviluppare i termovalorizzatori. Che poi altro non sono che degli inceneritori che recuperano una parte del calore prodotto (il 30% al massimo circa se l’impianto funziona a dovere, per esempio in Calabria a Gioia Tauro non è così) producendo energia elettrica. La scienza e la legislazione non solo europea da diversi decenni, invece ha dimostrato come il sistema dell’incenerimento sia costoso e inquinante e molto meno conveniente del ciclo integrato dei rifiuti che prevede recupero dei materiali , riuso dei prodotti , riciclo della materia recuperata e raccolta differenziata che recupera oltre il 70% dell’energia contenuta nei rifiuti. Il ministro pone un tema reale, nel senso che l’Italia sui rifiuti è indietro rispetto alle normative europee, ma la soluzione che propone oltreché essere irrealistica (dati i tempi lunghi) e anche molto costosa e pericolosa per l’ambiente, la salute e la legalità.

L’INCENERITORE INQUINA E PUO’ COPRIRE L’ILLEGALITA’ . La combustione dei rifiuti in un termovalorizzatore trasforma i rifiuti in calore, sostanze volatili e ceneri che devono essere smaltite in discarica. In particolare vengono prodotte queste sostanze: Le diossine, mercurio, piombo, cadmio, arsenico e cromo. Le diossine in particolare e sono causa di una gran quantità di problemi di salute, incluso il cancro, danni al sistema immunitario, problemi riproduttivi e legati allo sviluppo. Le diossine “bio-ingrandiscono”, nel senso che, tramite la catena alimentare, passano da preda a predatore, concentrandosi nella carne e nei prodotti caseari, per raggiungere infine l’uomo Il mercurio è una potente neurotossina che indebolisce le funzioni motorie, sensorie e cognitive. Tra l’altro bisogna dire che la tecnologia dell’incenerimento funziona se il materiale che entra nel forno è ben selezionato e privo di acqua, il che, per esempio in Calabria non avviene per la non elevata qualità del materiale recuperato che contiene acqua. Inoltre chi garantisce che nel forno non finiscano rifiuti anche tossici che provengano da un ciclo illegale?

GLI IMPIANTI PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA. L’Italia invece ha bisogno di nuovi impianti al servizio della raccolta differenziata: impianti di compostaggio, dove l’umido, la parte organica del rifiuto viene trasformato in concime; impianti di riciclaggio dove plastica, vetro, alluminio e altri materiali vengono recuperati. Ecco cosa scrive lo scienziato americano Paul Connett (uno dei maggiore esperti di inceneritori) a proposito del sistema ottimale di smaltimento dei rifiuti: “ Invece di dare per scontato che la società produrrà sempre maggiori quantità di rifiuti, è necessario dare priorità alla minimizzazione dei rifiuti. In secondo luogo i rifiuti devono essere separati, così che ogni frazione può essere ottimamente composta o riciclata, invece di usare il sistema attuale dello smaltimento misto. Infine, le industrie dovrebbero riprogettare i loro prodotti per facilitare il riciclaggio del bene di consumo alla fine del suo ciclo di vita. Questi principi si possono applicare ai diversi flussi di rifiuti.” Sono le stesse cose che prevedono le leggi europee sui rifiuti, che in Italia non vengono applicate con coerenza.

L’ITALIA DEVE ADEGUARE LA SUA INDUSTRIA ALLE NORMATIVE ECOLOGICHE EUROPEE. Per realizzare una raccolta differenziata spinta, cioè porta a porta, tutto il sistema industriale italiano deve investire risorse per contenere gli imballaggi, recuperare i materiali, e produrre merci riciclabili al 100% ove possibile, o comunque con percentuali elevate di recupero. Purtroppo invece diverse industrie del Nord, continuano ad aggirare le leggi ambientali italiane utilizzando cicli illegali di smaltimento dei rifiuti, per risparmiare soldi a danno dell’ambiente e della salute dei cittadini. Il governo, allora deve impegnarsi per favorire una trasformazione ecologica del sistema industriale e un consumo responsabile che favorisca i materiali riciclabili e recuperabili e punisca le produzioni inquinanti. Il governo del cambiamento deve traghettare il sistema produttivo e dei consumi verso una società moderna più ecologica e rispettosa del bene primario ambientale e della salute di tutti gli organismi viventi.

Fabio Menin

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