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Editoriale: Ritorsioni personali di medici indagati a Rossano, urgente richiamo all’etica professionale

Negli ultimi anni, il Pronto Soccorso dell’area urbana di Rossano ha rappresentato un baluardo di speranza e professionalità in un contesto spesso segnato da difficoltà strutturali e carenza di personale. Come testata giornalistica, abbiamo costantemente difeso i “camici bianchi”, stigmatizzando con forza ogni forma di aggressione nei confronti di coloro che operano in prima linea, spesso in condizioni estremamente sfidanti. Tuttavia, non possiamo ignorare i comportamenti che deviano dai canoni di deontologia e professionalità che dovrebbero sempre contraddistinguere l’operato medico.

In una realtà come quella di Rossano, dove l’affluenza di pazienti è elevata e le risorse umane limitate, il personale medico si trova quotidianamente sotto pressione. Questo contesto, però, non può giustificare atteggiamenti poco urbani e contrapposti ai principi della buona pratica medica. È particolarmente preoccupante quando alcuni camici bianchi tentano di sfruttare la loro posizione come strumento di ritorsione personale, compromettendo non solo l’integrità della professione, ma anche la fiducia del pubblico nelle istituzioni sanitarie.

La nostra terra, purtroppo, spesso fatica a distinguere tra l’esercizio della professione giornalistica e altri ruoli pubblici. Questo genera un clima di tensione e diffidenza, dove basta scrivere che un medico è indagato per trovarsi osteggiati e soggetti a trattamenti ostili. In un ambiente così polarizzato, diventa facile che un giornalista o i suoi familiari possano subire comportamenti inappropriati da parte di chi dovrebbe invece garantire cura e rispetto, indipendentemente dalle circostanze personali.

Questi episodi danneggiano profondamente l’immagine dell’azienda sanitaria e, soprattutto, mettono in ombra l’operato di quella maggioranza di medici e infermieri che, al contrario, si pongono con rispetto e dedizione verso i pazienti e i loro familiari. È doveroso ricordare che la stragrande maggioranza del personale sanitario di Rossano svolge il proprio lavoro con passione e professionalità, rappresentando un modello positivo per l’intera comunità.

È quindi necessario un richiamo forte ai principi di deontologia professionale. Ogni medico deve ricordare che il suo primo dovere è verso il paziente, senza lasciarsi influenzare da fattori esterni o personali. Le ritorsioni e i comportamenti ostili sono incompatibili con l’etica medica e devono essere fermamente condannati e corretti.

In questo contesto, diventa fondamentale il ruolo delle istituzioni sanitarie nel monitorare e garantire il rispetto delle norme deontologiche. L’azienda sanitaria deve attuare misure efficaci per prevenire e sanzionare comportamenti scorretti, promuovendo al contempo una cultura del rispetto e della collaborazione.

Rivolgiamo quindi un appello a tutti i professionisti della salute di Rossano: ricordate il giuramento di Ippocrate, la vostra missione è prendersi cura dei pazienti con umanità e competenza. Solo così possiamo costruire una sanità migliore, dove fiducia e rispetto reciproco siano i pilastri su cui edificare un futuro più sereno per tutti.

Riaffermiamo il nostro impegno nel difendere i diritti dei medici e degli operatori sanitari, ma con la stessa fermezza condanniamo ogni deviazione dai principi etici e professionali. È solo mantenendo alta la guardia sulla deontologia che possiamo garantire un servizio sanitario giusto ed efficiente, degno della fiducia e del rispetto della comunità.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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