La sanità è sempre stata terreno di scontro nei rapporti tra i due ex comuni di Corigliano e Rossano, posizioni spesso viziate dai localismi e non certo dalla preminente esigenza di tutelare il cittadino medio, non quello interessato ai sentieri personali. Un dibattito che, purtroppo, ancora oggi si protrae nonostante la costituzione della città unica. Insomma il campanile nella testa dei conservatori continua a ridondare e non solo tra chi è contrario alla fusione ma anche tra i fusionisti. E’ di attualità la questione del trasferimento della divisione di Medicina dall’ospedale di Rossano a quello di Corigliano, un passaggio che determina tra l’altro una ulteriore riduzione dei posti letto del 25%. Ciò che, nel sentire comune, dà fastidio prevalentemente non è tanto la riduzione dei posti letto che dovrebbe rappresentare il motivo principale, quanto il fatto che si sia spostato un reparto da un ospedale all’altro. Un po’ come la chirurgia quando taluni (i soliti) si opposero alla decisione di trasferire quella divisione al “Nicola Giannettasio” di Rossano. E’ come guardare il dito e non la luna. La verità è che ci troviamo di fronte a menti poco raffinate, dedite all’ascolto di singoli gruppi perdendo di vista l’interesse generale.
La gestione della sanità calata nell’ospedale spoke “Corigliano-Rossano” continua a essere uno strumento usato ad arte per generare stupide tensioni tra le due comunità. E i protagonisti sono sempre gli stessi da oltre un ventennio, i volti non mutano. In questa fase però, noi tutti, non possiamo più consentire il perseverare! Abbiamo l’obbligo di ragionare in grande, in un’ottica ampia di città unica calata in un contesto di area vasta. Così si è autorevoli, altrimenti si rimane con la testa ancorata al municipalismo, facendo il gioco di chi vuole rimanere fermo e ancorato al vecchio modo di gestire piccoli feudi.
Intanto è bene rimarcare che con la fusione dei comuni l’organo di governo della città di Corigliano-Rossano presiederà la conferenza dei sindaci (ha poteri di indirizzo e di controllo). Tale organismo, prima della soppressione delle Asl, ha sempre avuto un ruolo importante nelle scelte programmatiche che incidono e non poco sulla pianificazione dell’atto aziendale. Uno degli esempi calzanti fu la individuazione di Insiti quale area in cui zonizzare il nuovo ospedale. Fu la conferenza dei sindaci a licenziare l’idea. Da quando sono state soppresse le Asl e accorpate ai capoluoghi di provincia quest’organismo ha cessato ogni sua funzionalità. E’ tempo di riassegnare questi poteri ai sindaci del territorio! E Corigliano-Rossano, in quanto città demograficamente più grande dell’intera provincia, con il proprio futuro sindaco presiederà la conferenza. Il che non è cosa di poco conto! Ma a tanti sfugge, volutamente, questo particolare. Oggi è il commissario prefettizio Domenico Bagnato che dovrebbe convocare la conferenza dei sindaci ma, la posizione neutra tipica di chi è espressione prefettizia, non consente una presa di posizione politica. Quindi è necessario attendere le elezioni del 2019.
Il piano Scura prevede l’area chirurgica a Rossano e l’area medica a Corigliano. Il perché trova risposte nell’esistente: il “Nicola Giannettasio” ha già una predisposizione per l’emergenza/urgenza (rianimazione, utic, traumatologia, ortopedia, etc), ha un facile accesso logistico e, soprattutto, è dotato di una pista di atterraggio per l’elisoccorso. Il “Guido Campagna” non ha queste caratteristiche, e in attesa del nuovo ospedale, si è pensato a una destinazione per la degenza post operatoria, gli acuti. L’ospedale di Corigliano, in realtà, è mal posizionato, un po’ come l’ex tribunale di Rossano poi soppresso. Sul punto si rinviene l’incoerenza di certa classe politica della città unica che al tempo del palazzo di giustizia localizzato a Santo Stefano parlava di “cucuzzolo” mentre ora, per l’ospedale di Corigliano, si pone a difesa di uno stesso “cucuzzolo” con l’aggravante che si parla di salute e non di giustizia. Sono in parte gli stessi che affossarono il Dea (dipartimento di emergenza e di accettazione) o la realizzazione della radioterapia. Ma questa è ormai storia passata che è inutile ripetere e se ci si ritorna è perché taluni perseverano nonostante le storture trascorse.
Tornando all’attualità, la vera battaglia rivendicazionista, in attesa della realizzazione del nuovo ospedale, che può affievolire l’emergenza è la seguente: rispetto del numero dei posti letto, assunzione di personale medico e paramedico.
Si lavora per la costituzione del Dipartimento chirurgico presso l’ospedale “Nicola Giannettasio” di Rossano e del Dipartimento medico presso il “Guido Compagna” di Corigliano. L’impostazione del piano Scura all’anno 2016, era la seguente:
AREA CHIRURGICA
A Rossano: Chirurgia Generale, con 40 posti letto; Ortopedia e Traumatologia (20 posti letto); Urologia (10 posti letto); Oculistica; Otorinolaringoiatria. Sono inoltre previsti 8 posti letto Day Surgery in entrambi i presidi ospedalieri.
EMERGENZA-URGENZA
A Rossano: Mcae (medicina chirurgia accettazione emergenza) con 8 posti letto, più 5 di osservazione breve (Obi). Pronto soccorso e Obi sono previsti anche a Corigliano.
AREA MATERNO-INFANTILE
A Corigliano: Nido, con 10 posti letto; Ostetricia-Ginecologia (30 posti letto); Pediatria (20 posti letto).
AREA MEDICA
A Corigliano: Cardiologia (18 posti letto); Medicina generale (30 posti letto); Neurologia (10 posti letto); Psichiatria (16 posti letto).
A Rossano: Allergologia; Nefrologia (10 posti letto); Emodialisi (14 posti letto); Oncologia.
In entrambi i presidi ospedalieri, sono inoltre previsti 4 posti letto di Day Hospital.
TERAPIE INTENSIVE
A Rossano: Terapia Intensiva (Rianimazione) con 10 posti letto.
A Corigliano: Unità coronarica con 7 posti letto.
MEDICINA DIAGNOSTICA E SERVIZI
A Rossano: Anatomia patologica; Radiologia; Laboratorio analisi; Servizio trasfusionale.
POST ACUZIE
A Rossano: Recupero e Riabilitazione, con 20 posti letto; Lungodegenti.
SUPPORTO
A Rossano: Farmacia ospedaliera; Direzione medica presidio ospedaliero.
La conferenza dei sindaci ha svolto un ruolo in questa programmazione? Chissà!
Tutto questo in attesa della realizzazione del nuovo ospedale. E poiché si tratta si scelte provvisorie, cosa si vuole fare? Allarmare le popolazioni ogni qualvolta si procede da un passaggio ad altro? La battaglia del lasciare tutto come prima è già persa e lo si riscontra dai fatti mediante la riduzione continua e costante di posti letto e di personale. Smettiamola di gridare a lupo a lupo ogni volta che si dà attuazione a tale pianificazione. E’ da immaturi e irresponsabili continuare sulla strada dei polveroni per una manciata di stupida e sciocca visibilità! Prevalga il buon senso e l’equilibrio, dunque, mandiamo in archivio chi si nutre di vecchie idee perché incapace di reinventarsi.
Matteo Lauria – Direttore responsabile I&C