È con grande entusiasmo che oggi voglio congratularmi pubblicamente con il Direttore del Parco Archeologico di Sibari Filippo Demma (tra i premiati del premio Ausonia) per i risultati straordinari ottenuti in questi ultimi periodi. Sibari, sta vivendo un rinascimento culturale ed economico che merita di essere celebrato. Quadruplicare gli accessi e triplicare gli incassi in un periodo relativamente breve è un risultato che va ben oltre le aspettative, dimostrando che la cultura può davvero essere un motore di crescita. In un mondo che spesso sembra concentrarsi solo sulle attività economiche più redditizie, il graduale successo di Sibari è una testimonianza del fatto che la cultura ha un valore intrinseco che va oltre il mero profitto. “Con la cultura non si mangia”, dicono alcuni, ma ora possiamo contraddire questo luogo comune con dati concreti. La cultura, la storia e l’archeologia di Sibari stanno diventando un’attrazione sempre più forte per visitatori provenienti da tutto il mondo, portando benefici tangibili alla comunità locale. Tuttavia, non possiamo permetterci di sederci sugli allori. Dobbiamo andare avanti e capitalizzare ulteriormente su questo slancio positivo. Un passo importante per farlo è coinvolgere gli imprenditori del settore ricettivo affinché investano nelle aree circostanti il Parco Archeologico di Sibari e il Museo. Dobbiamo immaginare Sibari come una sorta di “nuova Pompei”, un sito che può attrarre non solo gli amanti della storia e dell’archeologia, ma anche turisti desiderosi di esplorare questa affascinante regione.
È vero, Sibari è lontana da Pompei sia per importanza che per infrastrutture, ma dobbiamo vedere questa distanza come un’opportunità per crescere in modo sostenibile e responsabile. Pompei ha dimostrato che la cultura può essere un catalizzatore per lo sviluppo economico, ma abbiamo bisogno di un impegno simile da parte dello Stato e degli investitori privati nella Sibaritide.
Negli anni, Pompei ha ricevuto una considerevole attenzione e investimenti in termini di infrastrutture, consentendo così una crescita significativa del turismo. In Sibari, invece, abbiamo visto solo recentemente un tale interesse. È giunto il momento di spostare l’attenzione verso questa zona e garantire che la storia, la cultura e l’archeologia diventino vere risorse economiche.
La Sibaritide è un vero e proprio “pozzo di rinvenimenti”, ma spesso quando si fa una scoperta significativa, si fermano anche i progetti di opere pubbliche. Un esempio evidente è la situazione della galleria di Trebisacce, parte del nuovo tratto della statale 106 Sibari-Roseto, o la tratta di elettrificazione Sibari-Crotone. Non possiamo permetterci di paralizzare lo sviluppo infrastrutturale a causa delle scoperte archeologiche. Dobbiamo trovare un equilibrio tra la tutela del nostro patrimonio culturale e lo sviluppo economico.
Il successo del Parco Archeologico di Sibari fino a questo momento è solo l’inizio di un viaggio che può portare benefici duraturi alla comunità locale e all’intero paese. È un compito ambizioso ma necessario, perché con la cultura non solo si mangia, ma può anche nutrire l’anima e l’economia di una regione.
Matteo Lauria – Direttore I&C