Editoriale: Sorveglianza e tensioni a Corigliano Rossano. La necessità di una risposta collettiva

La recente vicenda che ha coinvolto il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, e l’ex assessore all’ambiente Damiano Viteritti non può che generare amarezza e profondo rammarico. Esprimiamo piena solidarietà alle persone colpite, ma non possiamo ignorare il quadro più ampio in cui questi fatti si inseriscono: un contesto di recrudescenza che riflette le difficoltà croniche dell’amministrare la cosa pubblica nelle nostre terre. A queste latitudini, in una regione come la Calabria, il compito di guidare le amministrazioni locali è sempre più gravoso. Nonostante Corigliano Rossano appaia, almeno sulla carta, una delle aree più ricche della regione, la realtà racconta una storia ben diversa. La mancanza di interventi strutturali e di progetti concreti limita pesantemente la capacità occupazionale del territorio, alimentando un circolo vizioso di tensioni sociali e vulnerabilità economiche. Questo non è solo un problema calabrese, ma qui le difficoltà si amplificano in modo preoccupante. In tutto il mondo esistono episodi di intimidazione verso chi si impegna per il bene pubblico, ma il fenomeno, in molti contesti, rimane circoscritto. Qui, in Calabria, invece, la minaccia si fa più tangibile, più invasiva, rendendo il lavoro delle amministrazioni quasi una missione impossibile. Questo perché si alimenta un clima di incertezza e insicurezza che non è solo il frutto di crisi economiche, ma di una disgregazione del tessuto sociale, dove il “guadagno” diventa una necessità pressante e, al contempo, un detonatore per nuovi conflitti.

Davanti a queste sfide, la risposta non può che essere sistemica. È fondamentale avviare percorsi virtuosi di economia circolare, che generino posti di lavoro stabili, capaci di rimettere in moto il tessuto produttivo e sociale del territorio. Creare opportunità per le imprese locali, stimolare l’iniziativa autonoma e, soprattutto, offrire un futuro ai più disagiati, mettendoli nella condizione di costruirsi una famiglia, avere un tetto sopra la testa e far crescere i propri figli qui, senza dover fuggire altrove.

Ma la classe politica deve farsi carico di questa sfida con consapevolezza e visione. La vera emergenza, oggi, è la creazione di posti di lavoro, la costruzione di un sistema economico capace di sostenere le comunità. Ci sono progetti in cantiere che, se avviati e condotti con determinazione, potrebbero generare centinaia di posti di lavoro. Tuttavia, la lentezza e la burocrazia soffocano ogni tentativo di rilancio, lasciando le fasce più deboli nell’attesa di un cambiamento che sembra non arrivare mai.

Uno degli esempi calzanti è la storia della tratta costiera tra Torre Pinta e Galderati (area rossanese. Un tratto compromesso dal cemento selvaggio, abbattuto intorno agli anni 2000 nella speranza di una rinascita turistica che, purtroppo, non si è mai realizzata. Sono passati oltre vent’anni e l’unico risultato tangibile è un marciapiede. Quanti posti di lavoro si sarebbero potuti creare, invece, sfruttando appieno le potenzialità di quel tratto costiero? Questo è solo uno dei tanti esempi di un potenziale inespresso che continua a frenare lo sviluppo del territorio.

Per questo, è essenziale abbassare i toni della tensione, fare fronte comune e lavorare insieme su grandi temi. Solo unendo le forze, concentrandoci sulle vere priorità – come il lavoro, l’occupazione e lo sviluppo sostenibile – sarà possibile allentare il clima di esasperazione e restituire una speranza concreta alla comunità.

Il futuro di Corigliano Rossano, e della Calabria tutta, non può essere lasciato al caso o alla rassegnazione. Occorre fare squadra, con coraggio e visione, per costruire un domani migliore per tutti.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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