La Statale 106 Jonica, conosciuta tristemente come la “strada della morte”, continua a reclamare vittime innocenti. La recente tragedia avvenuta sul tratto Crotone-Corigliano Rossano non è che l’ultimo capitolo di una storia dolorosa e infinita. Ogni decesso lungo questa arteria rappresenta una sconfitta non solo per le famiglie colpite, ma per tutta la nostra società e le istituzioni che, ancora una volta, si dimostrano incapaci di rispondere adeguatamente all’emergenza.
È sconcertante e inaccettabile che il tratto più critico, quello che collega Crotone a Corigliano Rossano, sia l’ultimo sul quale si interverrà. Questo segmento, che avrebbe dovuto avere la priorità assoluta, viene relegato in fondo alla lista degli interventi previsti. Invece, si preferito agire su tratte come Roseto-Sibari, Sibari-Coseria e Crotone-Catanzaro, che, seppur importanti, non presentano lo stesso grado di emergenza.
Tutti sanno che la Crotone-Corigliano Rossano è il tratto più pericoloso della Statale 106, ma si preferisce tacere. È una verità scomoda che sembra essere ignorata dalle istituzioni e dai decisori politici, nonostante l’evidenza dei fatti. Come direttore responsabile della testata giornalistica di I&C e membro attivo del Comitato della Magna Graecia, sento il dovere di ribadire che il nostro appello non può restare inascoltato. Ogni incidente, ogni vita spezzata, è una responsabilità morale che pesa sulle istituzioni che tardano a intervenire. La sicurezza dei cittadini deve essere una priorità assoluta, non una voce da posticipare nei piani di sviluppo infrastrutturale.
La recente morte avvenuta ieri lungo la Statale 106 è solo l’ennesima conferma dell’urgenza di intervenire. Non possiamo permettere che il sangue continui a scorrere sulle nostre strade. L’adeguamento e la messa in sicurezza del tratto Crotone-Corigliano Rossano devono diventare una priorità immediata e non più procrastinabile. Le istituzioni devono rispondere a un bisogno che non è solo materiale, ma anche morale. Ogni ritardo è un affronto alla dignità e alla sicurezza delle persone che ogni giorno percorrono questa strada.
Le vite spezzate lungo la Statale 106 sono una ferita aperta nel cuore della nostra comunità. È tempo che si agisca con decisione e responsabilità per sanarla, mettendo fine a una scia di sangue che non possiamo più tollerare.
Matteo Lauria – Direttore I&C