Ho appreso dal deliberato dell’ Unione delle Camere Penali dell’ astensione dalle udienze per i giorni 8, 9 e 10 maggio 2019.
Del resto è sintomatico il dato che la modifica all’ esercizio del diritto di legittima difesa abbia ricevuto pareri negativi non solo dall’ avvocatura penale Italiana, ma altresì dall’Associazione Nazionale Magistrati.
E’ innegabile, infatti, come si stia diffondendo la errata convinzione che la reazione armata avverso una pur illecita attività intrusiva, sia garantita dalla impunità. Il che non corrisponde al vero ma ingenera ancor più false
convinzioni a detrimento della sicurezza sociale..
Per non tacer poi delle novelle legislative di maggior cassa che prevedono l’ inasprimento ossessivo delle sanzioni per taluni reati, l’ eliminazione di riti deflattivi per altri nel nome di una apparente idiolatria della detenzione perpetua nel mentre la paventata previsione di sanzioni corporali ci riporta all’ oscurantismo del sistema processuale medievale.
Per cui ben vengano le iniziative contro questo evidente debordio di deriva giustizialista. Ma siamo proprio sicuri che lo strumento dell’ astensione dalle udienze di per sé sia strumento idoneo a far volare alta la protesta’? In franchezza ho i miei dubbi. Infatti debbo onestamente riscontrare come la mia categoria non faccia seguire ad una corale astensione dalla partecipazione alle udienze una altrettanto massiccia condivisione di forme di proteste che vadano oltre lo sciopero nei fatti praticato non per adesione ad una idea ma per comodità proprie. Essere avvocati è concettualmente diverso dal fare gli avvocati. Avvocati lo si è anche quando civilmente si disobbedisce ad ordini ingiusti e quando i caposaldi di un processo equo vengano pretesi mettendoci la faccia e non già scioperando per far saltare un processo.
Per cui credo non aderirò alla astensione. Ma spero di rinsavire per tempo dal mio vezzo di essere bastian contrario.
Ettore Zagarese – avvocato penalista.