Anni e anni di lotta, con gli amici del GAV, manifestazioni di proteste a Roma, riunioni, incontri, raccolte di fondi per finanziare i cortei nella Capitale e tante altre iniziative protese a sensibilizzare l’opinione pubblica su un abuso subito e mai sanato. Non solo quindi, Roma, Catanzaro, Reggio, si ponevano con indifferenza, ma dovevi lottare anche contro alcuni concittadini, una cui parte manifestava soddisfazione per la chiusura di quel tribunale perché discusso. Tra questi, avvocati, amministratori, opinionisti, sindacalisti, etc etc etc… A costoro dico: e ora? Se dovesse essere stato questo il criterio usato dallo Stato, alla luce di quanto riportato stamani su “Il Fatto Quotidiano”, cosa bisognerebbe fare? Chiudere tutti i presidi sospetti?
Ragionamenti campati in aria con il solo obiettivo di addormentare ulteriormente quelle coscienze già culturalmente rassegnate e svilire gli sforzi profusi con sacrificio dal GAV nella difficile campagna di sensibilizzazione. Insinuazioni messe in giro anche da chi contribuiva ad alimentare quelle connivenze che pure vi erano, da me in parte sottolineate al tempo in cui il tribunale era in vita. Ho sempre sostenuto la tesi secondo la quale uno Stato autorevole – se tale – rimuove le mele marce, non chiude i tribunali!
Mi auguro che i soggetti coinvolti dalla bufera giudiziaria delle ultime ore possano dimostrare la loro innocenza, me lo auguro perché continuo a credere nelle istituzioni nonostante lo sconforto in alcuni momenti prenda il sopravvento.
Matteo Lauria – Direttore responsabile I&C